31 agosto 2010

La "porcata" di D'Alema

Eh no, questa volta mi girano. Essere costretta a dare ragione a Capezzone, quando dice che "è surreale lo spettacolo del Pd, che appena comincia a discutere di un argomento è già lacerato", è troppo. E anche questa volta è colpa di D'Alema.
Dopo mesi di dibattito politico attorno alle elezioni anticipate, con una foto di una Ferrari qui e un dito medio lì, finalmente si vede una luce all'orizzonte: il cambiamento della legge elettorale. Che sorpresa quando il Corriere della Sera ha preso un po' di coraggio e ha pubblicato l'Appello per l'Uninominale, redatto dai coraggiosi 42, sia di destra che di sinistra, in salsa efficacemente bipartisan. Da subito le adesioni hanno cominciato a fioccare. Chi può dirsi contrario, infatti, a "dare agli elettori la piena libertà, l’effettivo pieno potere e la piena responsabilità di scegliere il Governo e gli eletti"? Chi, se non lui, quello che a detta di Veltroni "usa sempre lo stesso schema: Dc e Pci"?
Come nei più classici film dell'orrore, ecco che da dietro la doccia è spuntato D'Alema:
Con il sistema tedesco noi potremmo convogliare un campo vasto di forze, dall'Udc alla Lega - già che ci siamo, perché non anche Minnie e Topolino? - e creare un assetto tendenzialmente bipolare, […] con un centro forte che si allea con la sinistra - per carità, non sia mai viceversa, ossia che una sinistra forte si allei con il centro - non riesco a immaginare uno schema migliore, per un Paese come il nostro" - dove ai cittadini glielo mettiamo in quel posto.
Ma dico, non poteva limitarsi a dire che "quello della legge elettorale è davvero il nodo di fondo"? Perché è dovuto andare oltre, e come sempre imporre il suo diktat, che tradotto in tattica politica significherà che anche questa volta il Pd non sarà in grado di portare a casa un risultato che sia uno, neanche su una questione talmente condivisibile come l'affossamento della "porcata"?
Santo Bersani, sollecitato dagli sbadigli di Renzi, ha risposto così all'imposizione del suo lìder: "Non voglio rimanere impiccato ad una formula, a dei modelli. Prima vediamo in quanti siamo d'accordo nel dire che questa legge è un abominio. […] Bisogna discutere anche con chi la pensa diversamente da noi".
Che dite, si rivolgeva a D'Alema?



30 agosto 2010

Imperdibile

Per i fortunatissimi che sono a Roma in questo momento: non perdetevi il flash mob in onore di Gheddafi. Titolo: un libro per il colonnello!


Mamma li libici


E adesso come la mettiamo con quelli che votano il pacchetto Berlusca+Lega per paura del musulmano invasore?


16 agosto 2010

Legge del taglione? Peggio

Cronaca della mia visita al carcere di Rimini con l'iniziativa Ferragosto in carcere organizzata dai Radicali. Sotto solo una parte, qui il pezzo intero:
Ma è la sezione numero 1, quella che ci è stata segnalata dagli stessi detenuti più fortunati, a lasciarti semplice in cerca di un’umanità sospesa: una cella, che prima era il luogo di ricreazione, con ben 18 corpi ammassati, gente costretta a mangiare in piedi perché “non c’è posto per tutti. Ma ho chiesto io di stare qua dentro, vai a vedere quelle nel corridoio, loro sì che sono messi male”. Nel corridoio scorgi dapprima le braccia penzolanti dalle grate, poi cominci a vederli a uno a uno: 10, 11, 12 persone in una cella che per legge ne potrebbe contenere 3, si chiamano Mohammed, Pasquale, Yuri. Uno ci fa vedere il braccio ingessato “con del cartone”, dopo che erano 3 giorni che se l’era rotto. “Ti hanno fatto le lastre? Hahaha“. Sempre lui ci mostra il lavandino: l’acqua che esce dal rubinetto va a finire direttamente sui piedi del detenuto. “Ma cosa vuoi che sia”, fa una guardia carceraria. “L’unico modo per farci sentire, per denunciare questa condizione in cui non terrebbero neanche le bestie, è tagliarci. Ieri è stato il turno di quello della cella davanti”. “Guarda nello spioncino a fianco: non vedi che abbiamo il bagno nella cucina?”. Allora gli chiedi: ma tu cos’hai fatto per stare qui? Risponde un ragazzo sorridente, vent’anni, marocchino: “ho rubato 250 euro e un cellulare e sono incensurato. E’ da 10 giorni che sono qui, ora mi trasferiranno a Milano, e sono in attesa di giudizio”. Quasi la metà, qui, è in attesa di giudizio. Di un altro i suoi compagni di cella dicono che ha dei problemi psichici, continua a ripeterci che aveva “solo litigato con la mamma”. Se così fosse (e così sembra), non dovrebbe stare lì, perché ci sono delle strutture apposta per gente come lui. Cerchi di rincuorarli, vuoi tirarli un po’ su, per quanto ti è possibile: c’è una sezione appena ristrutturata, dovrebbe aprire a giorni. “E’ da un anno che lo dicono”, ti rispondono quelli che stanno lì da più tempo. “Grazie”, ti congedano. “Grazie per averci fatto visita: raccontate in giro quello che avete visto, come ci tengono qua dentro. Vi sembra umano?”.



Ribaltamento


Curioso che questi rapper palestinesi usino lo stesso linguaggio musicale degli americani per ribaltare la prospettiva e dire che non sono loro i terroristi, non trovate?


13 agosto 2010

Al Minzeera

Oggi ho inaugurato il mio blog sul Fatto quotidiano online.
Diciamo che ho messo in ordine qualche delirio condiviso con voi in questi giorni sulla questione dei diritti umani. Dove mi trovo ora ho Sky, e ho scoperto che la mia fonte di informazione e di ispirazione preferita è Al Jazeera, seguita da Russia today. Al terzo posto Press tv, canale iraniano.
Non c'è dubbio: ricevo più informazioni lì che dalla tv italiana, anche se ogni tanto i tg sono imperdibili. Bisogna sempre sintonizzarsi sul livello in cui siamo riusciti a sprofondare, tanto per rimanere con i piedi per terra (e in Italia).


Toc toc, c'è qualcuno a fermare quei sassi?


Quella che vedete sopra è Sakineh Mohammadi Ashtiani, o almeno così dicono le autorità iraniane, mentre confessa l'omicidio del marito in diretta tv. Il suo avvocato dice che ha accettato la confessione dopo due giorni di tortura.
Forse Ahmadinejad non si aspettava il clamore internazionale provocato dalla sentenza alla condanna a morte per lapidazione per questa donna, accusata di adulterio (del defunto marito). Prima ha revocato la condanna alla lapidazione sostituendola con l'impiccagione, e poi ha cercato di ribaltare le carte in tavola e di accusarla di omicidio. La comunità internazionale sarà meno propensa a difendere la sicaria del marito, avrà pensato Ahmadinejad.
Anche ai dittatori interessa quello che pensa il resto del mondo, anzi, forse più a loro di quelli che si sono guadagnati legittimamente il voto in patria.
Allora cerchiamo di fare qualcosa, noi che abbiamo le mani libere. Che so, magari anche il Berlusca potrebbe metterci del suo, visto che l'Italia è uno dei principali partner commerciali dell'Iran, e ci sono ben 12 condanne per lapidazione da eseguire non appena sarà finito il Ramadan. O forse no, al momento è troppo impegnato a contare le Ferrari del cognato.
Vabbè, Berlusconi è impegnato a tenere le fila del governo, lo si può capire. Ma Frattini, ministro degli esteri, che è così impegnato a rilasciare interviste su Montezemolo, qualche secondo del suo tempo lo potrebbe dedicare anche a questa battaglia per i diritti umani, non vi pare?
Ma dov'è finita la politica?



11 agosto 2010

Quando toccherà a noi?


Quand'è che toccherà a noi raccogliere soldi per cercare di contrastare leggi fasciste sull'immigrazione, come sono costrette a fare associazioni come questa contro la schedatura degli immigrati in Arizona?
No, perché secondo me manca molto poco, anche se al momento li respingiamo direttamente in mare.


10 agosto 2010

Con che coraggio

Fatemi capire, perché sono al momento molto confusa.
Oggi si terrà il processo al più giovane detenuto di sempre di Guantanamo, Omar Ahmed Khadr: era stato arrestato all'età di 15 anni per aver ucciso un soldato americano e ferito un altro con una granata. E' da 8 anni che è in carcere, e ora rischia di passarci il resto della vita. In quell'agguato in Afghanistan è rimasto ucciso il padre, grande finanziatore di Al Qaeda, e mutilato il fratello.
Ora, non sto certamente chiedendo di rilasciare Omar e di chiedergli di uccidere ancora tanti altri soldati come ha fatto quando aveva 15 anni, ma con che coraggio noi occidentali "civilizzati" denunciamo il flagello dei bambini soldato in Africa, dopo che ne abbiamo catturato uno, lo abbiamo torturato, tenuto in prigione per 8 anni senza giudizio e ora saremo i primi nella storia contemporanea a mettere un bambino soldato sotto processo?
Obama, premio Nobel per la pace: se ci sei, batti un colpo.


9 agosto 2010

I like the way it hurts


Loro garantiscono che è una canzone contro la violenza domestica.
L'anno scorso Rihanna le aveva prese di santa ragione da una bestia che si portava accanto e che chiamava fidanzato.
Quest'anno canta così:
Just gonna stand there and watch me burn
that's all right because I like the way it hurts.
Just gonna stand there and hear me cry
that's all right because I love the way you lie.
=
Rimani lì a guardarmi mentre brucio
e va bene così perché mi piace il dolore che mi provoca.
Rimani lì mentre mi senti piangere
ma va bene perché mi piace come racconti le bugie.
Nel video si vede una coppia che si mena e alla fine lui che incendia la casa e lei che rimane dentro a bruciare.
La prendiamo come una provocazione. Speriamo che anche gli altri lo facciano (ma soprattutto, che lo capiscano).


Modalità fulmine


Ahinoi i mezzi sono un po' di fortuna, ma concentrandovi potete vedere che nella fotografia è ripreso un albero con funzione di palo elettrico con fili penzolanti a carico.
Ottimo, soprattutto in tempo di tempesta con fulmini in giro.
Il comune di Rimini stringe un po' troppo la cintura?


5 agosto 2010

Una proposta per inquinare meno


A voi una scena del genere sembra normale - che i deputati della Repubblica si mettano a inneggiare l'ingresso del Primo ministro a suon di "Silvio, Silvio, Silvio", manco fosse Totti festeggiato dai tifosi della Roma dopo la vittoria dello scudetto?
A me no, anzi, mi spaventa, o meglio, rafforza la mia paura dei tempi che viviamo. Quei deputati sono gli stessi che per esercitare il loro servizio nei confronti della Repubblica dovrebbero controllare il mandato del Presidente del Consiglio e, se negativo, sfiduciarlo.
Vi è anche solo una speranza che questi esseri possano essere razionali e lucidi nel giudicare l'operato di Silvio Berlusconi?
A questo punto, tanto varrebbe che i parlamentari del Pdl/Lega delegassero il voto ai loro due leader, anziché sbattersi per presenziare in Parlamento e votare com'è stato loro comandato di fare.
Ci sarebbero meno auto blu e inquinamento in giro.

P.S. Bravo Franceschini: ieri mi è proprio piaciuto.