Al Grande Fratello, come molti sanno, se ne vedono di tutti i colori: invidie, maldicenze, sotterfugi, falsità, insulti, botte e chi più ne ha più ne metta. Ogni volta si scatena un po' di maretta, si minacciano provvedimenti disciplinari, ma i protagonisti vengono immancabilmente perdonati e lasciati amorevolmente proseguire il gioco.
Invece sono pronto a scommettere che
questa volta, dopo che perfino il Codacons ha ritenuto di scomodarsi, si procederà senza colpo ferire all'espulsione, sulla scorta della solita ipocrisia -tutta italiana, e quindi tutta casa e chiesa- in base alla quale è più grave insultare una divinità (la cui esistenza, ne converrete, è quantomeno controversa) che prendersela con una persona in carne e ossa.
E' bene sottolineare che non si tratta di una novità: nel calcio, ad esempio, alcuni comportamenti violenti contro gli avversari vengono sanzionati da regolamento con un cartellino giallo, ma se uno rivolge una parolina poco edificante a Dio o alla Madonna non si scherza, rosso diretto e andare a pentirsi sotto la doccia.
Non nutro, lo preciso, grande simpatia per le bestemmie; ritengo, tuttavia, che esse costituiscano un esempio assai meno negativo di altri comportamenti come la violenza fisica e verbale verso gli altri, l'ipocrisia, la grettezza, l'intolleranza e un'ulteriore serie di atteggiamenti riprovevoli: potendo scegliere, insomma, preferirei che i miei figli fossero costretti a sorbirsi una bestemmia piuttosto che una lite velenosa, magari con qualche ceffone, tra due persone in carne ed ossa.
Voi che ne dite: è colpa mia, che sono un miscredente senza rimedio, oppure sono loro, ad essere un tantino ipocriti?