14 marzo 2011

Ciascuno al suo posto


Neanche a me convince un magistrato che fa un comizio in piazza e arringa le folle. Non mi sembra sia quello il suo posto, anche se non sono di certo io a dovergli dire dove stare. Se l'organo di autogoverno della magistratura fosse un po' meno autoreferenziale e autolesionista, avrebbe già risolto la diatriba senza dare il tempo a Cicchitto e alle altre faine di approfittarne.
Ma che venga utilizzato il principale (fino a quando?) telegiornale della tv pubblica perché un giornalista chieda che vengano presi provvedimenti immediati mi sembra un po' troppo. La scena di Ferrara dietro quel tavolo che invoca l'anarchia fa molto via libera alla caccia alle streghe.
Ecco, non chiedo molto. Vorrei soltanto che in questo paese ognuno facesse il proprio mestiere, a partire proprio dall'autogoverno dei magistrati.
Che dite, sono un'inguaribile utopista?


4 commenti:

Francesco ha detto...

Ciao Giulia,

Sono d'accordo con te: ognuno al suo posto, se non altro per questione di ordine.

Comunque, alcune cose le direi.

a)La destra non può chiedere le dimissioni di nessuno, proprio di nessuno, come non può parlare della legge Biagi che è stata tradita.

b) "Radio Londra"? Un titolo sfacciato. Ci manca solo che, come l'originale, il programma venga annunciata dall'attacco della Quinta di Beethoven! Sarebbe la ciliegina sulla torta.

C) Ancora sfacciataggine. Quando un grande giocatore si ritira da una squadra, spesso il numero della sua maglia non viene più assegnato. Così si sarebbe dovuto fare con lo spazio che fu di Enzo Biagi, soprattutto che chi lo "sostituisce", come dire...

d) Il tg1 è ancora il principale tg della tv pubblica?...

e)Ripeto. Sono d'accordo con te: anche i magistrati dovrebbero astenersi da certe mosse, ma è anche vero che in un Paese dove ognuno fa quel cavolo che vuole...

Ciao!

Giangi ha detto...

il tg1 non rappresenta più un organo di informazione ma semmai una cassa di risonanza di una parte.
Non solo Ingroia ma anche il messaggio dell'ANM, a firma di Palamara, forse non era il caso che venisse inviato o letto.
Non è in discussione la vita o i diritti democratici del magistrato, ma perchè dare fianco alle critiche?
Resta da discutere della riforma della giustizia, ma non esageriamo nel chiamarla riforma

Anonimo ha detto...

E perche' mai i magistrati dovrebbero mantenere questo privilegio dell'autogoverno?

Responsabilita' civile subito!
Viva Enzo Tortora!

domenico_tarantino ha detto...

Il vero problema è che nel nostro paese il comportamento di ingroia non fa notizia. In un paese civile la magistratura avrebbe preso il caro ingroia a pedate. Da noi invece non succede niente e ciò riduce sensibilmente la credibilità della magistratura