12 luglio 2013

Avaaz cerca un traduttore - lavoro RETRIBUITO ;)

Quando ho pubblicato l'annuncio alla ricerca di volontari per un progetto no-profit mi hanno accusata di sfruttare il lavoro non retribuito con articoli raccapriccianti (approfitto qui per ringraziare pubblicamente i fantastici "informatici" che stanno portando avanti il progetto con passione e professionalità! Fra un po' vi aggiorneremo). Ma so già che a questo annuncio per LAVORO RETRIBUITO non daranno alcuno spazio, quindi vi chiedo una mano!
Avaaz cerca un traduttore inglese-italiano appassionato di attivismo e campagne globali, a tempo pieno per qualche mese e successivamente free-lance quando ci sarà bisogno. Sarà di supporto al team italiano ma lavorerà al tempo stesso con molti dei campaigner internazionali. Se siete interessati inviate il vostro CV a luca@avaaz.org. Aiuterete a ridurre la distanza fra il mondo in cui viviamo e il mondo in cui la maggior parte di noi vorrebbe vivere - mitico motto avaaziano ;)


Cassazione for dummies - condividete con i Pdllini ;)

Nel flusso delle notizie, soprattutto quelle che riguardano la politica italiana, il rischio è di non riuscire ad astrarsi e ragionare con il proprio cervello, ma ripetere a pappagallo le dichiarazioni degli esponenti politici del proprio campo.
Così, su questa storia dell'udienza del processo Mediaset fissata dalla Cassazione a fine luglio, gli elettori del Pdl potrebbero pronunciare frasi del tipo:
"È una decisione che fa pensare ad un disegno politico giacobino teso all'eliminazione per via giudiziaria di Silvio Berlusconi" (Anna Maria Bernini, ex ministro);
"La decisione della Cassazione? Si rimane senza parole. È una giustizia per così dire contro personam" (Gianfranco Rotondi, ex ministro);
"Non so quanto il golpe egiziano sia lontano da quanto sta accadendo in Italia" (Manuela Repetti, senatrice).
MA E' PROPRIO COSI'? 
Lascio lo spazio a colei che in questo contesto chiameremo Legally Blond (non può rivelare la sua identità per evidenti motivi professionali, visto che lavora in un importante studio di avvocati e frequenta le aule di tribunale ogni giorno) e che ci fa la cortesia di spiegare in versione for dummies, con qualche innesto di sue esperienze sul campo, quello che succede normalmente quando un processo finisce in Cassazione ed è molto vicino alla prescrizione (il caso di Silvione, per l'appunto). Non mi azzerderei mai a definire gli elettori del Pdl dei dummies, ma qualcuno può far la cortesia di inoltrare loro questa testimonianza?
Quando Giulia ti chiede di commentare quanto sta accadendo a livello processuale in Italia, non puoi che appoggiare lo spritz, guardarla negli occhi, tornare a casa e pensare a come poter spiegare – da un punto di vista prettamente tecnico – tutto ciò che ruota attorno a quel misterioso miraggio chiamato PRESCRIZIONE.
Guarda caso, come spesso succede in Italia, sono proprio coloro che nel 2005 hanno approvato a maggioranza la “ex Cirielli” – la legge che ha ridotto la prescrizione di quasi la metà – che oggi sembrano cadere dal pero davanti a questo strano istituto. Che invece è molto semplice: i termini di prescrizione sono uguali al massimo della pena, comunque non superiori, nel caso di delitti, a 7 anni e mezzo.
Ho frugato in archivio per tentare di scovare anche un solo caso che potesse farmi presumere che effettivamente la Suprema Corte abbia premuto sull'acceleratore perché c'era in ballo Lui. Ebbene, non sono riuscita a trovare nemmeno un caso – e ripeto, nemmeno uno in quasi 20 anni di attività dello studio in cui lavoro – in cui fossimo stati così fortunati da aver potuto beneficiare di un’assoluzione dell’imputato per prescrizione intervenuta nelle more della Cassazione. Pur tuttavia – e poi smetto di annoiarvi con questi insulsi monologhi di procedura penale – la mia attenzione si è focalizzata su due casi in particolare, quantomeno peculiari alla vicenda de quo.
Apro il primo faldone e trovo il caso in cui la Corte di Appello ha confermato parzialmente la condanna nei confronti di C. O. e A. P., imputati per i delitti di truffa aggravata e falsità in scrittura privata. La vicenda riguardava nello specifico il trasferimento alle parti offese, a titolo oneroso, del solo diritto superficiale di un immobile, mentre gli acquirenti pensavano erroneamente di aver comprato la proprietà. Se nel capo di imputazione i fatti riportavano la data del dicembre 2005, la sentenza di appello veniva emessa solamente nel gennaio 2012. Era rimasto, quindi, circa un anno e mezzo per esaurire un ulteriore grado di giudizio. La Cassazione ha il dovere di evitare che il reato vada in prescrizione, motivo che ha spinto quindi la Suprema Corte a velocizzare la procedura e, in seguito a ricorso depositato a maggio 2012, a fissare udienza già a gennaio 2013, appena qualche mese prima dell’imminente scadenza.
Ma in questa Italia impazzita c'è anche chi si ritiene offeso dall’accusa di voler puntare - seppur solamente per alcuni capi – ad una assoluzione per intervenuta prescrizione. Ed è qui che la mia attenzione, pensando a Silvio e a Giulia che mi chiedeva di Silvio, si è soffermata per la seconda volta. Il caso è il seguente: 9 medici imputati dei reati di cui agli artt. 113 e 589 c.p., e cioè di aver cagionato con colpa, ovvero con imprudenza, negligenza ed imperizia, la morte di S.A.. In poche parole, omicidio colposo. A fronte dell’intervenuta prescrizione già in primo grado, sono stati gli stessi medici a formulare richiesta – accolta – di proscioglimento nel merito, ai sensi dell’art. 129 cpv c.p.p., con la formula “perché il fatto non sussiste”.
La giustizia italiana, infatti, nonostante le sue lungaggini, riconosce come diritto la rinuncia alla prescrizione affinché l'imputato possa ottenere una pronuncia di assoluzione con la formula più ampia.
Questo è ciò a cui ho pensato sfogliando i documenti in archivio... Ma sopratutto ho pensato che è molto pericoloso fare un aperitivo con Giulia, perché poi ti accolla lavori – non retribuiti ;) Mollo il colpo, lascio ad altri trangugiare spritz.