30 novembre 2009

L'imbarazzo della scelta

Fra i due, Marrazzo ha deciso di chiedere scusa al primo.
Peccato che sia il secondo ad esserci rimasto secco.


Giovani off-line

Mentre c'è chi organizza una manifestazione on-line, c'è chi ancora non ha provveduto neanche a dotarsi di un sito internet.
Parliamo del Partito dei pensionati? Mmm... No (carino il sito, tutto in movimento), bensì della Giovane Italia, il movimento giovanile del Pdl, costituitosi ormai da qualche mesetto, addirittura prima della pausa estiva.
Per carità, i farraginosi tempi della politica sono noti, ma dagli aitanti pdllini ci aspetteremmo uno slancio in più, considerato lo sforzo comunicativo del Presidente del Consiglio e l'illustre Presidente del movimento, Giorgia Meloni, che in qualità di Ministro della Gioventù dovrebbe conoscere le tendenze giovanili.
Chissà, magari è una scelta che riprende le tendenze dell'allora Giovine Italia...



E se non ci rialzassimo più?

Mi chiedo (e vi chiedo): è un'usanza tutta italiota, oppure possiamo rincuorarci che succede un po' ovunque, che una che è passata alla ribalta mediatica per il sospetto che intrattenesse una relazione con il Presidente del Consiglio, per giunta quando non era ancora maggiorenne, venga poi pagata per fare l'ospite fissa di una discoteca o per fare la testimonial di un intimo?
E perché, ci siamo scordati di Elisabetta Gregoraci, passata anche lei alle cronache dei rotocalchi (e pure di quelle giudiziarie) dopo aver fatto sesso con Salvatore Sottile, all'epoca portavoce di Gianfranco Fini, alla Farnesina, cioè proprio al ministero degli esteri? Un tal fatto, come minimo disdicevole, le valse la conduzione di Buona Domenica.
E allora, mi sento di dire a Pierluigi Celli, che proprio oggi si rivolge al figlio per chiedergli di andarsene da questo Paese (e che è stato il mio direttore generale ai tempi della Luiss): perché non ci responsabilizziamo un po', e cerchiamo di costruire un'altra coscienza civile nel nostro Paese? Non è grazie a noi che persone come Noemi o la Gregoraci (cui non mi rivolgo personalmente, ma che indico in qualità di ciò che rappresentano) guadagnano, fanno la fortuna di un marchio o di una trasmissione?
Perché, anziché arrenderci, non cerchiamo di costruire L'alternativa?
Vogliamo davvero aspettare il tracollo definitivo del nostro Paese? Il rischio potrebbe essere quello di non rialzarsi mai più...


28 novembre 2009

Interesse collettivo, sans doute

Nel migliore dei mondi possibili l'ordine degli avvocati, come quello dei giornalisti, degli ingegneri, dei commercialisti, fra poco anche dei buttafuori (e potrei andare avanti occupando tutto il blog, quindi mi fermo), non dovrebbe esistere.
In Italia c'è, come ben sappiamo, e la maggioranza parlamentare decide di metterci mano. Ah, finalmente, un tentativo di ammodernare un po' una casta che non fa altro che allungare i tempi di una giustizia malconcia, altro che processo breve. Ci si può aspettare questo da una maggioranza che è dal 1994 che annuncia la rivoluzione liberale nel nostro Paese, giusto?
Mmm... A leggere la "riforma" dell'ordinamento forense adottata dalla Commissione giustizia del Senato, sembrerebbe tutto il contrario:
  • doppio test: oltre a quello per entrare nell'ordine, ora anche quello per fare il tirocinio (?!);
  • obbligo di ferquentare una scuola (un'altra), ovviamente agganciata con l'ordine e ovviamente a pagamento, durante il periodo di tirocinio;
  • obbligo per il tirocinante di lavorare solo per l'avvocato presso cui si svolge il tirocinio;
  • ripristino della tariffa minima.
Gli italiani non potevano chiedere nulla di meglio in questo periodo di crisi e di precariato infinito per i giovani: alziamo le tariffe degli avvocati e rendiamo l'iter per entrare nell'ordine un percorso a ostacoli concesso solo a chi ha alle spalle una solida famiglia dal medio borghese in su.
Un dubbio sorge spontaneo: non sarà che la provenienza e le caratteristiche dei parlamentari abbiano influito in una riforma di cui nessuno sentiva l'esigenza, se non gli avvocati che vogliono difendere il proprio orticello?
Andando a vedere i componenti delle due camere, infatti, gli over 50 rappresentano più del 40% dei parlamentari, e gli avvocati sono quasi un'armata, ben il 14% fra deputati e senatori.
Per stare certi che la riforma persegua ben altri interessi da quelli di chi l'ha voluta, il mio consiglio rivolto a quelli che sono nei pressi di Roma di farsi un giro alla manifestazione di oggi, indetta dall'Unione Giovani Avvocati Italiani, cui hanno aderito gli Studenti Coscioni.
Così, tanto per stare sicuri che siamo di fronte all'ennesima riforma perseguita nell'interesse collettivo, quello degli italiani.


27 novembre 2009

La domenica non mi lasciare sola!

Leggo oggi sul Venerdì di Repubblica una dichiarazione di Fausto Raciti, segretario dei Giovani Dem:
Giulia non la vediamo da mesi. Mi sembra che le primarie, per lei, siano state un trampolino.
E' vero, con Fausto e con gli altri componenti della Direzione nazionale dei Giovani Dem non ci vediamo da mesi.
Questa l'ultima convocazione della riunione:
A causa di problemi di partecipazione la Direzione nazionale convocata per l'8 ottobre è posticipata al 13 ottobre, dalle ore 11,00 in Via S. Andrea delle Fratte 12, con il medesimo ordine del giorno:
1. Approvazione dello statuto dei Giovani democratici
2. Votazione documento politico in vista delle elezioni primarie del 25
ottobre
3. Varie ed eventuali
E questa la mia risposta:
Caro Fausto,
purtroppo non potrò partecipare alla direzione, perché essendo un giorno lavorativo non ho l'occasione di liberarmi.
Mi dispiace, perché avrei voluto sottoporre all'attenzione dei Giovani Democratici la questione dei Radicali: all'ultimo Comitato nazionale la mozione generale ha invitato i parlamentari radicali "eletti nelle liste del Pd, di valutare in piena autonomia se sia ancora compatibile la loro presenza nell’ambito dei gruppi parlamentari della Camera e del Senato".
Sarebbe stata un'occasione utile per i Giovani Democratici di costituirsi come parte politica attiva del Pd, nel decidere quale debba essere la sua direzione e progetto politico.
A presto,
Giulia
Con un po' di preavviso e una riunione fissata nel finesettimana, la partecipazione alla prossima Direzione sarebbe un'occasione opportuna per salutare il nuovo corso di Bersani, che intervenuto all'ultimo congresso di Radicali Italiani, ha ribadito l'importanza della componente radicale in una coalizione di centro-sinistra per l'alternativa all'attuale governo.
E come Giovani Dem vogliamo batterci per la RU486 e per la verità e la giustizia rispetto a ciò che avviene nelle carceri?



26 novembre 2009

Ah Fabrì, ancora rosichi?

Fabrizio Roncone intervista Beatrice Borromeo per il Corriere della Sera.
Una sua domanda salta all'occhio, anche all'ignaro lettore, per il modo in cui viene posta:
Tu sei stata la prima “santorina”. Poi ti hanno seguita Margherita Granbassi, campionessa di scherma, e quell’altra, la radicale scartata dal Grande fratello.
«Vuoi sapere di Michele Santoro? Un maestro assoluto».
Ma non sarà che Roncone ancora rosica?

P.S. Ancora una volta mi trovo a smentire: no, non voglio andare al Grande Fratello, e mai ci sono voluta andare. Permettetemi: che palle dover ripetere sempre le stesse cose, soprattutto se bisogna farlo per rispondere a provocazioni strumentali.



Il garantismo che dà scandalo

Non si possono difendere i diritti delle persone a fasi alterne.
Così, uno che si batte perché gli omosessuali possano sposarsi, perché un malato terminale possa scegliere l'eutanasia, perché la gravidanza sia una scelta, si batte anche perché i diritti delle persone siano garantiti di fronte alla giustizia, per il cosiddetto "garantismo".
Così Maurizio Turco, deputato radicale eletto nelle liste del Pd, ha deciso di non votare per l'autorizzazione all'arresto di Nicola Cosentino. Questa la sua motivazione:
A parte le dichiarazioni dei pentiti non ho trovato null'altro nelle carte. Sto parlando da membro della giunta che ha avuto modo di valutare ciò che è scritto nei documenti. Come dirigente politico e come cittadino mi faccio anche altre domande. E cioè: sono passati molti anni da quando è stato interrogato il primo pentito. Tendenzialmente da quello che ho letto dovrei dare per scontato che c'è stata un'attività di indagine, di inchiesta, con intercettazioni o pedinamenti che non ha portato a nulla. E se non c'è stata, ancora peggio. Diciamo che si poteva fare anche qualche tempo fa la richiesta. Perché oggi?



Radio bestemmia


Chi si ricorda quando a Radio Radicale andavano in onda le bestemmie, e i leghisti che odiavano i terroni, e gli anticlericali contro il Vaticano?
Per me che andavo alle elementari era il momento eversivo per eccellenza!
Che mi abbia deviato la crescita?


25 novembre 2009

Corsi e ricorsi

Questa cosa dell'obbligo dell'esposizione del crocifisso nelle aule, con relativa multa a chi non si adegua, mi ricorda un po' l'obbligo per gli ebrei di portare la stella di David.
A parti capovolte, si intende, ma con lo stesso principio discriminatorio e con conseguenze di ghettizzazione che speriamo non siano tanto nefaste come quelle incise nella nostra storia.


24 novembre 2009

No-B Day? No, grazie


E' finalmente partita la polemica fra il "popolo" del No-B Day e il Partito democratico: perché questi del Pd si rifiutano di andare in piazza il 5 dicembre insieme agli anti-berlusconiani, e hanno invece indetto una manifestazione per l'11 e 12 dicembre?
Avendo piacevolmente ospitato ad Annozero Giuseppe Grisorio, uno degli organizzatori della prima ora del No-B Day, che proprio in quell'occasione mi aveva chiesto se sarei scesa o meno in piazza, approfitto del momento caldo dell'opposizione tutta per rispondere a lui e ad altri che me l'hanno chiesto.
No, il 5 dicembre non sarò in piazza. Nonostante io sia una grande fan delle manifestazioni organizzate su internet, ed apprezzando la grande mobilitazione attorno al No-B Day, che su Facebook ha raggiunto gli oltre 300mila fan, non sono d'accordo con la filosofia e con le motivazioni del No-B day.
Innanzitutto il nome: la contrapposizione la trovo sempre fine a se stessa, la negazione dovrebbe trovarsi eventualmente dopo l'esplicitazione di un contenuto, e non diventare il contenuto stesso. Non mi sono mai battuta contro qualcuno, ma per qualcosa.
E poi la richiesta, il perché si scende in piazza. La conclusione dell'appello recita:
Deve dimettersi e difendersi, come ogni cittadino, davanti ai Tribunali della Repubblica per le accuse che gli vengono rivolte.
Quindi il No-B Day chiede che Berlusconi si dimetta.
Non sarebbe meglio organizzarsi sin da ora, attraverso la costituzione di un'alternativa credibile, per trovarsi preparati all'appuntamento elettorale, che sia ora o che sia alla fine naturale della legislatura, e chiedere che siano gli italiani a non votarlo più, anziché una manifestazione di piazza a chiederne le dimissioni?
Perché scendere in piazza pur sapendo che il risultato è irraggiungibile, è più un esercizio di stile che una mobilitazione di "popolo".



Tanto rumore per nulla

Ieri ho visto La prima linea. Ero molto curiosa, dopo il clamore e le polemiche riguardo un "film che trasforma i brigatisti in eroi", ma ho peccato d'ingenuità: ancora una volta non ho capito che in Italia i commenti arrivano prima dell'analisi, così, per partito preso.
E anche ieri la mia curiosità si è sgonfiata sin dall'inizio con il monologo di Scamarcio, che fa da filo conduttore di tutto il film: ma con chi parla? E' in un interrogatorio, parla con il suo avvocato? Già il monologo è difficile di per sé, in più se a Scamarcio non gli si dà neanche un interlocutore ideale, anche i migliori attori potrebbero non riuscire. Ho detto i migliori, figuriamoci gli altri.
Recitazione a parte, tutto il racconto di Prima linea è percorso da due filoni:
  • la lontanza fra i terroristi e gli operai, che utilizzando linguaggi, ma soprattutto strumenti, di lotta diversi, non si capiscono più, non comunicano più;
  • un senso di sconfitta che percorre tutta la lotta dei terroristi, soprattutto di Scamarcio (Sergio Segio), che è quello che si fa più domande sugli strumenti per raggiungere la rivoluzione, e che gli altri semplicemente non vogliono ascoltare, perché anche loro attanagliati dai dubbi.
Insomma, tutt'altro registro rispetto a quello utilizzato dal film La banda Baader Meinhof, in cui i terroristi hanno una visione del mondo ben precisa, che rimane viva fino alla fine, proprio perché se ne va con i suoi portatori, che si ammazzano quando capiscono che la rivoluzione non è di questa terra. E come ogni film italiano che si rispetti, anche se si parla di terrorismo, in La prima linea l'amore la fa da padrone.
E i due attori protagonisti, Scamarcio e Mezzogiorno, in questo film sono più brutti del solito, conformemente a uno stile clandestino, smontando così tutta la polemica sull'eccessiva bellezza dei terroristi.
Se La prima linea sortisce qualche effetto, oltre a quello sicuramente positivo di aprire una riflessione su un periodo abbastanza recente della nostra storia, su di me ha impresso maggiormente le ragioni della nonviolenza, qulaora ne avessi bisogno.


20 novembre 2009

Fai casino, per Rudra


Il 25 novembre ci sarà l'udienza per l'omissione di soccorso contro la guardia carceraria della prigione di Perugia che era presente mentre Aldo Bianzino moriva. L'11 dicembre, invece, ci sarà il secondo tentativo di archiviare l'indagine sull'omicidio di Aldo contro ignoti, con la motivazione che le gravi lesioni riscontrate in diversi organi interni, fra cui il fegato, sarebbero state provocate dal massaggio cardiaco per la rianimazione di Aldo.
Soltanto attraverso la mobilitazione e il rumore Rudra potrà sperare che venga fatta verità e giustizia sulla morte di suo padre in carcere.
Fai anche tu un po' di rumore: sottoscrivi l'appello di Radicali Italiani per sostenere Rudra nella sua battaglia di verità, dai un aiuto economico a Rudra grazie al sito di Beppe Grillo, e cerca di informare i tuoi contatti sulla storia di Rudra e di suo padre Aldo attraverso il Comitato verità e giustizia per Aldo.
Sono giorni decisivi affinché una famiglia distrutta da quanto successo nelle carceri italiane ottenga finalmente la verità.
Fai sì che il silenzio non sia complice di chi vuole cancellare per sempre la verità di quella famiglia: la giustizia, anche se non può riportare in vita chi se ne è andato, aiuta.


19 novembre 2009

Divergenze parallele





17 novembre 2009

Bella (brutta) notizia

Per chi è avvezzo alle questioni che riguardano la laicità e la separazione fra Stato e Chiesa la notizia non è nuova, anzi, è tristemente nota.
Però che La Repubblica sollevi la questione e informi i suoi lettori che dei 44 milioni di euro che i cittadini decidono di destinare allo Stato con l'otto per mille ben 29 vanno a chiese e luoghi di culto, è sempre una bella notizia.
Perché ormai è una notizia che si parli di queste cose.


16 novembre 2009

Congresso Orgasmante

Non capita spesso di assistere a un congresso come quello radicale che si è chiuso ieri a Chianciano. Non capita perché spesso è già tutto deciso (e non mi riferisco solo al Pd), si tende a parlare dei massimi sistemi e non della galassia (radicale) e si tende a essere introvertiti e non aperti al mondo (che c'è fuori).
Nella tre giorni di Chianciano è successo tutto il contrario.
Partirò dalla fine. Il nuovo segretario di Radicali Italiani è il mitico Marione, all'anagrafe Mario Staderini, allo stadio quando tifa per la Roma indicibile. Mario non era il designato, non sapeva sarebbe diventato il segretario, era un dirigente pubblico con responsabilità guadagnate sul campo. Non era il solo a contendersi la carica di segretario, e non era neanche quello appoggiato dall'"apparato": contro di lui Valeria Manieri, 25 anni, a fianco della Bonino in numerose battaglie per i diritti delle donne, appoggiata da Pannella nella fase pre-elettorale. Ma come lo stesso Marione ha detto, il "popolo" ha voluto che si candidasse (vere e proprie ovazioni da stadio), e lo stesso "popolo" lo ha votato al 78%.
Ma il Congresso è stato anche orgasmante. La lista Orgasmo Radicale, naturale conseguenza di Punto G dell'anno scorso, è stata la seconda lista più votata, portando ben 16 eletti nel Comitato nazionale di Radicali Italiani: dopo Mina Welby capolista, Lorenzo Lipparini, Annalisa Chirico, Alessandro Capriccioli, la sottoscritta e tanti altri. Come baldi e goliardici gggggiovani, non ci siamo limitati a presentare una lista per aumentare la dialettica democratica, bensì abbiamo utilizzato gli strumenti a disposizione per implementare la democraticità del nostro Statuto: dal prossimo congresso, infatti, non si voteranno più i membri del Comitato attraverso liste bloccate, bensì con il sistema australiano (?) delle 5 preferenze in ordine di preferibilità.
Tutto questo movimento democratico è stato accompagnato da interventi che è riduttivo definire emozionanti, primi fra tutti quello di Rudra Bianzino (7:05) e quello di Elisabeth Gaviria Rochas.
Insomma, un congresso ricco, vivo, vero. Tutto è perfettibile, come anche alcuni aspetti della vita interna di Radicali Italiani. Però gli strumenti a disposizione danno la possibilità a tutti di cambiare ciò che non va, basta iscriversi.
Un'ulteriore prova che i Radicali sono il cambiamento che vogliono vedere nel mondo.



12 novembre 2009

Certa politica, certo teatro

Approfitto del comunicato di Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, per evidenziare quello che ormai è diventato il linguaggio stereotipato di "certa politica".
In neretto le dichiarazioni sempre uguali che ormai fanno parte del gergo del teatrino politico, quando un attore deve delegittimare un potere istituzionale che nel svolgere il suo ruolo mette i bastoni fra le ruote al potere predatorio dei politici.

“Con la richiesta di custodia cautelare inviata alla Camera dalla Procura di Napoli siamo in presenza di un’iniziativa giudiziaria “a comando”. Mai come in questo momento assistiamo a una pericolosa e vergognosa commistione fra politica e magistratura.

Nicola Cosentino è un politico di razza che ha sempre svolto con entusiasmo ed efficacia il suo impegno, come dimostrano gli straordinari risultati elettorali da lui conseguiti da quando è Coordinatore regionale della Campania. Era la persona più adatta a candidarsi e vincere la Presidenza della Regione Campania, da quindici anni roccaforte della sinistra.

Proprio per questo motivo, nei suoi confronti è stata avviata una indecorosa campagna di demonizzazione. Per oltre un anno apparati della sinistra giustizialista, sostenuti dalla stampa forcaiola del gruppo Espresso-Repubblica e di Santoro, hanno chiesto a gran voce provvedimenti nei confronti di Cosentino buttando sul terreno elementi giudiziari vaghi, ’de relato’, tutti ancora da verificare sotto il profilo della fondatezza. Ancora una volta, quindi, la sinistra giustizialista ha chiamato e certa magistratura ha prontamente risposto. Siamo in presenza dell’ennesimo, inquietante tentativo delle toghe di condizionare il corso della politica e di impedire a colpi di provvedimenti giudiziari un esito elettorale altrimenti certo e inequivocabile”.

Sì, non c'è che dire, l'esito elettorale era "certo e inequivocabile": se le motivazioni che accompagnano la richiesta di arresto dell'on. Cosentino si riveleranno corrette, con tutto quel popò di appoggio da clan camorristici e rete clientelare consolidata, i voti erano già nelle urne, sigillate.


11 novembre 2009

I’m gonna fight for you guys

La storia fotografica di chi parte in guerra, di chi ha 18 anni.


10 novembre 2009

Solo tre parole...

L'arcivescovo Mariano Crociata, segretario generale della Cei:
E' già scomunicato chi commette atti criminali come mafiosi, camorristi e affiliati alla 'ndrangheta e non c'è quindi bisogno di ulteriori atti ufficiali della Chiesa.
C'è chi, almeno a parole (quanti battesimi e quanti funerali celebrati ai componenti della Sacra Famija...), mette dei paletti ai mafiosi.
Ogni tanto, in situazioni disperate, si accettano anche solo le parole.



9 novembre 2009

Irresponsabilità criminale

Davanti alle ultime dichiarazioni del sottosegretario Giovanardi è difficile commentare. L'unica giustificazione che riesco a darmi è che in questo paese i politici non hanno più la responsabilità di quanto dicono, neanche se fanno parte del governo.
Cucchi è morto perché "anoressico, drogato e sieropositivo"? Vedremo. Al momento di certo c'è che ci sono degli indagati per omicidio preterintenzionale.
E c'è un'altra cosa certa, ma che riguarda il nostro Paese e il suo triste presente: i politici, da noi, non devono mai rispondere per quello che fanno o dicono. Questo mi sembra l'esempio (negativo) più importante di fronte ai cittadini, e non quella cazzata del test anti-droga, proposta, guarda caso, proprio da Giovanardi.



Fuga dall'Udc

Bruno Tabacci sul Corsera di oggi che annuncia l'abbandono dell'Udc:
Uno dei motivi della mia critica all'Udc è il sostegno a Formigoni, alla logica di potere Cl in connessione alla Lega.
L'ho sempre considerato uno serio, ma da oggi lo considero pure un figo.
Se solo abbandonasse questa idea del centro...


7 novembre 2009

Invecchi-Emo


Ti accorgi di essere diventato vecchio quando non capisci più i ragazzi che vedi per strada.
Ma qualcuno ha capito cosa sono gli Emo?


SOS: spazio ai giovani (forse meglio di no...)

Nel periodo di antipolitica che stiamo vivendo, una frase costante che si sente ogni volta che si parla di riforma dei partiti è: "diamo spazio ai giovani". 
Se questo assioma fosse messo in pratica, così, ex abrupto, secondo me avremmo molto più da temere che non nella situazione attuale, in cui lo spazio è tutto, o quasi, dei vecchi. Mi spiego.
Si è tenuta oggi l'Assemblea del Partito democratico, in cui sono stati votati parte degli organi dirigenti. Dopo una campagna elettorale infinita in cui si sono contrapposte tre mozioni che corrispondevano ai tre candidati alla segreteria, il vincente Bersani non ha approfittato del suo ampio consenso per cancellare gli avversari dal panorama del Pd, anzi: ha nominato come suoi vicepresidenti Marina Sereni, franceschiniana, e Ivan Scalfarotto, mariniano. Dopo le uscite di Rutelli, Cacciari, Calearo, il pluralismo portato a classe dirigente può trasformarsi nella via maestra per riportare il Pd agli albori, a quel partito a vocazione maggioritaria che aveva l'ambizione di andare al governo (sembra ora così lontano...).
Torniamo quindi alla cantilena "diamo spazio ai giovani". Poco meno di un anno fa si sono tenute le primarie dei Giovani Democratici, per esattezza il 21 novembre 2008. Il vincitore è stato Fausto Raciti, con percentuali bulgare che si raccomandano nelle migliori elezioni contese. Che fine hanno fatto Salvatore Bruno, Dario Marini, e la sottoscritta, ossia gli altri candidati alla segreteria nazionale, e con loro tutti i candidati di riferimento? Soltanto ai tre candidati sconfitti è stato riservato un bel posticino nella Direzione nazionale dei Gd, organo che conta all'attivo circa 200 componenti, e solo perché tale collocazione era già prevista nel regolamento. 
E la Segreteria, cioè l'organo decisionale dei Gd? I componenti, tutti di nomina racitiana, guarda caso sono tutti racitiani. Il vincitore avrà pensato, infatti, che nomine come quelle di Hillary alla segreteria di Stato sono troppo democristiane, e ha preferito quindi fare una segreteria 100% Raciti. E le commissioni statuto, organizzazione, e una terza di cui non ricordo la missione, anche lì neanche un rappresentante delle altre realtà democratiche? Ma quelle non facciamole proprio, che i Gd hanno un'agenda fitta, tante cose a cui pensare, altro che tutti questi formalismi.
Ah sì, scusate, ma al momento mi sfugge: cosa hanno fatto finora i Gd? Sarà sicuramente per un mio vuoto di memoria, per carità, ma al momento proprio non mi sovviene niente. 
Ma sì, ora ci sono: hanno chiesto spazio ai giovani.



4 novembre 2009

L'interrogazione del GF


Dopo che uno si è sganasciato dalle risate guardando il video, sorge spontanea la domanda: avranno selezionato i casi più disperati, oppure in Italia c'è proprio tanta gente che pensa che Maldini sia un personaggio storico e che Londra si scrive L'Ondra?
Se così fosse, beh, dovremmo cominciare a farci qualche domanda su quello che la scuola insegna, e non su cosa c'è appeso in classe.


Crocifisso

Il ministro Gelmini:
Nessuno, nemmeno qualche corte europea ideologizzata, riuscirà a cancellare la nostra identità.
Ci siamo ridotti a dover riconoscere la "nostra identità" nazionale in un simbolo religioso? Non sapevo fossimo uno stato teocratico.
Speravo, che so, che una cultura dell'accoglienza, dello stato di diritto, del rispetto civico, della tolleranza, della supremazia della legge, fossero i connotati del nostro identikit.
Ah, che scema, quella è la Gran Bretagna. Noi, è vero, siamo rappresentati da un crocifisso.
E poi, questa Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, è un covo di toghe rosse, lo sanno tutti.


2 novembre 2009

"Il detenuto non si massacra davanti a tutti"

Però, dopo che il primo ha parlato, è difficile tornare indietro...