10 novembre 2010

L'aiutino al suddito di turno

Dopo l'aiutino a Ruby, ecco quello al Califfo. La mia considerazione è semplice e potrebbe sembrare persino demagogica: ma esiste un minimo di eguaglianza in questo paese? Ma soprattutto, gli italiani reclamano il principio d’eguaglianza, o si sentono forse più protetti nella condizione di sudditanza?
Su Il Fatto il post.


8 commenti:

Anonimo ha detto...

La democrazia è come una licenza di uccidere. La carta costituzionale non vale niente con questa gente

socialista eretico ha detto...

già. alla fine tutti aspettano qualcosa magari qualcosa a cui avrebbero già diritto .. ma sono così abiutati a vederla come concessione che non se ne rendono conto!

Unknown ha detto...

eguaglianza? bè in larga parte sì, anzi a volte troppa tanto da tradursi in appiattimento. prendi lessicamente le distanze da "gli italiani" in quanto norvegese o in quanto radial-chic?

fanta

Luca ha detto...

Leggendo per intero il tuo post sul fatto non posso che essere completamente d'accordo con la tua analisi. Purtroppo questa cultura degli aiuti e dei favori è diventata un marchio di fabbrica del nostro paese e la vita quotidiana è piena di questi esempi, senza bisogno di andare a scomodare questi personaggi che ormai hanno concluso la loro parentesi di gloria. Il nostro è il paese del "chi è più furbo se la spassa e non viene punito". Chi in Italia, è ancora così ipocrita da credere che siamo davvero tutti uguali?..penso si contino sulle dita di una mano..Quando mi capita di leggere la scritta: "la legge è uguale per tutti", a malincuore mi viene quasi da ridere. Come al solito la gente che "paga" queste cose è la gente comune,tra cui mi ci metto pure io,gente che vive onestamente e magari proprio per questo,viene additata come ingenua dal momento che potrebbe farsi furba se solo lo volesse. La luce in fondo al tunnel italiano non si intravede ancora.Ma d'altra parte, se io che sono giovane e ho ancora molto (si spera)davanti a me, non sono il primo a credere che tutto questo possa cambiare,chi mai dovrebbe farlo?

Ti seguo sempre ad Annozero ed apprezzo quello che fai,tra le altre cose ho notato un curriculum davvero invidiabile!!non posso che farti i complimenti
un saluto, Luca

Paolo ha detto...

D’accordo in linea di massima sull’articolo. Non capisco sinceramente quel “quasi tutti”. Non credo che i “quasi tutti” italiani partecipano al teatrino, piuttosto sono la maggioranza quelli che non ricevono nessun “aiutino” per il mestiere che li impegna tutta la vita e per il quale talvolta la perdono la vita stessa. Spesso in verità chi reclama il principio di eguaglianza se lo vede negato quotidianamente così come i propri diritti e purtroppo molti vengono lasciati fuori da quello che tu definisci un sistema! Pensi che un qualsiasi cittadino possa reclamare il principio di eguaglianza alla stessa maniera e con la stessa forza? Reclamare l’eguaglianza in un Paese dove l’eguaglianza non esiste? Come? Con quali mezzi? Una contraddizione non da poco!
Chi da voce a un semplice cittadino? Sono forse sudditi quelli che salgono sui tetti o vanno in piazza? Il problema è quindi a chi e come chiedere giustizia in un’Italia dove calpestare i diritti è la regola!

cruiser ha detto...

Sei semplicemente perfetta in tutto. Complimenti roberto

cruiser ha detto...

Sei semplicemente perfetta in tutto. Complimenti. Roberto

Pietro Brosio ha detto...

Aiuto, nelle sue infinite sfumature, è una bella parola: mi spiacerebbe non esistesse nel vocabolario!