31 maggio 2011

No indignados italianos

Perché non ci sono gli indignados in Italia? Perché metà va all'estero a cercar fortuna, e l'altra metà spera di ottenere un posto fisso. E così infischiarsene del precariato una volta dentro. Sono d'accordo con The Economist.


7 commenti:

stealthisnick ha detto...

gli spagnoli che vanno all'estero "a cercar fortuna" sono anche più degli italiani

qui dove sono io sicuramente

Andrea ha detto...

E il 5% che ha votato il Movimento 5 stelle non si può considerare indignado?

Francesco ha detto...

Ciao, in parte è come dici tu, purtroppo. Ma come non capire chi va all'estero? Nel nostro Paese sono "sempre" i soliti nomi a girare, in certe università, negli ospedali, nei concorsi: chi è qualificato fugge...

Riguardo agli altri e al posto fisso: penso che in buona parte sia vero. Una volta in salvo se ne fregano. Comunque, penso che sotto questo aspetto i francesi ci battano di molto, almeno spero: in Francia, se non erro, almeno in ogni famiglia c'è qualcuno che lavora nel pubblico. Tuttavia è poi un gatto che si morde la coda, a lungo andare, quantomeno... Insomma, ci si inabissa sempre di più ed è meglio non dire in cosa!
Ciao!

socialista eretico ha detto...

non mi sembra che i giovani spagnoli siano stati tanto incisivi, anzi forse si sono autodanneggiati.

quantomeno i grillini hanno sottratto soldi ai partiti al potere.

Manu499 ha detto...

Mah, i grillini personalmente non li reputo un grosso esempio di politico. Piuttosto, io credo proprio che gli "indignados" in Italia ci siano. Non si deve per forza scendere in piazza, per cercare un futuro migliore !!

Re-Food ha detto...

Cuiao Giulia ,innanzitutto complimenti per il blog, per la tua rubrica in "annozero" e infine per il tuo libro,che spero di leggere presto.In effetti, posso direi affettuosamente che mi ha rubato l'idea, avrei tanto anche io voluto scrivere una storia del genere, ed indicare tutte le contraddizioni di questo paese, e punto per punto mostrare una Italia possibile, di come dovrebbe essere e come dovrebbero andare le cose, e poi dire invece come purtroppo vanno realmente. Io credo che di indignati ce ne siano a migliaia, purtroppo però in Italia finchè hai il piatto di pasta che ti aspetta a tavola ogni sera, la gente non trova quella scintilla necessaria per rimboccarsi le maniche ed indignarsi veramente..siamo creativi e fantasiosi, ma non siamo al passo con i tempi e non disponiamo ancora di quello spirito di inziativa e padronanza dei moderni mezzi di informazione, per far sentire con forza la nostra voce. Detto questo, ti vedo preparata e con padronanza dei mezzi, quindi sono contento che noi giovani possiamo sperare di essere rappresentati in qualche sede da una bella mente come la tua.

Grazie!

Marco, 27 anni
Roma.

Re-Food ha detto...

scusate se ri-posto ma volevo aggiungere al mio commento precedente la mia riguardo all'andare all'estero:
come dice Renzo Piano, andare all'estero dovrebbe essere per i giovani una esperienza di vita necessaria per avere quella lucidità e quella comprensione del mondo esterno che ci fa poi dare le giuste dimensioni e i giusti colori al nostro paese, davvero andare fuori per un periodo serve umanamente. Poi c'è chi va via per avere un futuro migliore e li il discorso è soggettivo, come biasimare chi vuole vivere in altri paesi dove la vita semplicemente è..più facile? d'altra parte molte persone negano i confini e si sentono cittadini del mondo e liberi di scegliere di vivere dove meglio credono. c'è poi chi scappa, e c'è chi resta, io faccio il cuoco, avrei solo da guadagnare ad andarmene all'estero,(non se ne parla mai ma non avete idea di cosa sia il vero precariato e la vera negazione sul lavoro dei diritti umani,proprio nel campo della ristorazione), però ho un progetto, e odio l'idea di dover dire che per realizzarlo devo andarmene, voglio riuscirci qui, e dimostrare che è possibile farcela.Qualcuno deve pur dare l'esempio no?