Il posto fisso eretto a valore da Tremonti si traduce nella diminuzione della libertà dei cittadini di poter aspirare a un lavoro al pari delle proprie possibilità e ambizioni.
La sicurezza cui ambire e cui l'ultima dichiarazione di Tremonti si ispira è quella del reddito fisso e universale, garantito in tutti i paesi europei eccetto l'Italia e gli altri fanalini di coda come noi.
Da qui una riflessione, che parte sempre dal presupposto di prendere sul serio l'ultima sparata del Pdl: la dichiarazione di Tremonti è la presa di coscienza che il Pdl, nei suoi anni di governo in questo ultimo quindicennio, ha fallito nella sua rivoluzione liberale promessa dal '94, che non solo non è riuscita nel suo intento, ma che non è proprio mai cominciata.
Il ministro dell'economia vorrebbe quindi trasferire la doverosa garanzia dei lavoratori ad avere un reddito fisso, che permetta a tutti di vivere una vita serena, dallo stato, che ha fallito, alle aziende, che dovrebbero accollarsi l'onere del mantenimento dei suoi dipendenti.
Il risultato di tale operazione totalitaria sarebbe un ulteriore decadimento di questo paese, che conterebbe su cittadini tristi e demotivati, lontani anni luce dalla felicità costituzionale americana. Ritengo desolante, infatti, che nelle statistiche europee siano i nostri giovani quelli che spiccano per l'ambizione di avere un posto fisso. Ritengo il dato, infatti, un'ulteriore dimostrazione della mancanza della nostra Repubblica a poter garantire ai cittadini la sicurezza tale per potersi realizzare.
Sempre che dobbiamo prendere sul serio le dichiarazioni del ministro, si intende.
5 commenti:
E' l'ennesimo specchietto per le allodole destinato a cercare di far concentrare l'opinione pubblica su delle dichiarazioni inutili e non sui fallimenti della maggioranza e sui reali problemi del nostro stato.
Sprechiamo, come da nostra insana abitudine, troppo tempo a ribattere dichiarazioni inutili e banali senza pensare alle difficoltà quotidiane che affrontano i giovani. Chi è che non vorrebbe un posto fisso e sicuro al posto di un precario, per costruire su solide basi il proprio futuro?
Gentile Giulia,
E vero, la notizia sembra essere presa da un libro di Asimov o dalla penna di uno scrittore particolarmente fantasioso. Tuttavia, non voglio nemmeno minimamente prendere in considerazione l’ipotesi che qualche precario abbia giocato un brutto scherzo al ministro Tremonti. Qual è scherzo!? Che qualche precario furbetto gli abbia consegnato il testo sbagliato da pronunciare.
A parte gli scherzi, mi permetto di fare delle considerazioni in merito. Queste mie considerazioni si basano ovviamente dalle dichiarazioni che leggo dai giornali, e da quello che leggo sulla websfera. A Giulio Tremonti gli si attribuiscono due colpe principalmente. 1) Che questa sia una strategia politica. Puo darsi, ma perche attirare le ire di Brunetta e dell'intera Confindustria? 2) Tremonti in passato ha sostenuto il perfetto contrario. Avrà pure scritto 3000 libri e fatto 3000 convegni pro - flessibilità - precariato, ma le persone possono anche cambiare. Il cambiamento è umano. L'importante è non cambiare troppo frequentemente a seconda del contesto e della convenienza. A mio avviso, Tremonti affronta alcuni punti molto importanti e inediti. Pensiamo solo la dove dice: "la mobilità non è un valore di per sè..." infrange uno dei tanti tabu dei sostenitori della flessibilità per sempre, ossia che la mobilità è una ricchezza per ogni lavoratore a prescindere dal suo lavoro, dal settore produttivo impiegato, dalla durata e tipologia del contratto ecc. E questo non è per niente vero. La mobilità spinta alle sue estreme conseguenze può provocare l'effetto opposto: l'impoverimento dell'individuo.
Sono del parere che questi ci prendono per i fondelli. Il lavoro fisso è solo utopia anche perchè con l'attuale crisi non c'è nemmeno il lavoro precario...
Sembrerebbe paradossale ai più parlare di valore del "posto fisso" mentre in parlamento si fa carne di porco del precariato nella scuola.
E non sono neppure tra quelli per i quali la scuola andava bene così e bisognava lasciarla stare.
Sembrerebbe un'offesa smaccata a quanti ascoltano increduli.
Non fosse che altre numerosissime schiere non si spintonino a spellarsi le mani, superandosi l'un l'altro negli elogi per questi uomini che hanno talmente chiaro il futuro, da rubare gli argomenti di discussione al 60 barrato dell'ora di punta.
Giulio sta sul pezzo.
Studia, capisce, rielabora. Camaleontico nelle teorie economiche, bacchetta gli economisti, i banchieri, i monopolisti privati. Mica è uno qualunque...adesso ad esempio sta reinterpretando un modello economico solido come pochi. Quello della Germania
... Est.
ps: non mi chiuderanno radio radicale, no?
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