27 ottobre 2009

Legalità per chi ce l'ha

Mi scuso con i miei lettori (quei pochi che ogni tanto si imbattono in questo blog, andrebbero maggiormente curati) per il lungo week-end, ma le cose di cui parlare sono state talmente tante, che ho avuto l'imbarazzo della scelta.
Ho deciso, e ciò di cui mi preme maggiormente scrivere è il caso Marrazzo.
Personalmente non mi interessa se lui vada a trans, a donne, a cavalli. Certo, preferirei non dover sapere, nel senso che le cose del suo letto mi rimangono indifferenti fin tanto che non le so.
Ciò che colpisce di tutta questa storia, però, è che il Presidente della regione Lazio fosse ricattabile, alla mercé non solo di alcune transessuali (che sembrerebbe avrebbero girato un video anche loro), ma anche di alcuni carabinieri corrotti. Questi ultimi sono la nota dolente di tutta la storia: com'è possibile che un uomo delle istituzioni, trovatosi davanti a un ricatto, non abbia sentito l'esigenza di denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine? E' accettabile che un uomo delle istituzioni non sia lui stesso il promotore della legalità?
Hanno torto i cittadini che, vedendo chi li guida, decidono di non rispettare le leggi, sottostando anche loro a ricatti, o facendosene loro stessi promotori?


7 commenti:

Andrea ha detto...

Io direi "carabinieri corruttori", più che corrotti :)
Andrea

Amedeo ha detto...

Ciao Giulia,

Premesso che come te non giudico l'uomo in se ma il rappresentante delle istituzioni, ritengo che lo sbaglio del singolo non può e non deve identificarsi come un modello di comportamento generalizzato.

Non sarebbe giusto nei confronti di chi si impegna quotidianamente (istituzioni e cittadini comuni per l'affermazione della legalità nel nostro paese.

La legalità è un patrimonio della società e come tale va coltivata...nel tempo!

E' un cammino lungo, difficile, a volte sofferto, ma è l'unica strada da seguire affinché una società possa essere definita civile e comportarsi come tale.

Non importa quanto si va piano, l'importante è non fermarsi..!!!

Amedeo
(aderente Italia Futura - Milano)

deenick ha detto...

Percaso eri impegnata nello spoglio delle votazioni delle primarie??? :)) Dai scherzo, concordo con te, chi se ne frega della sua vita privata, il fatto grave è la mancata denuncia!!!

socialista eretico ha detto...

le dimissioni possono starci o non starci secondo me.

Marrazzo ha ceduto ad un ricatto(male, da dimissioni) ma non ha utilizzato la cosa pubblica (bene, non occore dimettersi).


che un uomo delle istituzioni debba promuovere la legalità 24 ore su 24 ... mi pare una fesseria: quasi ad ogni angolo di strada vi è una violazione.. non si arriverebbe più.

pensa solo ai file/software privi di licenza sui pc .

Giulia Innocenzi ha detto...

Socialista eretico, sei un po' estremo: non parlo di Cameron, che si è scusato pubblicamente per essere andato contromano in bicicletta (strada che poi hanno reso accessibile anche per le bici in tutti e due i sensi), bensì di un uomo delle istituzioni che è stato sotto il ricatto dei carabinieri, ossia uomini della sicurezza italiani evidentemente deviati.
Non è proprio usare file senza licenza, che comunque mi aspetterei che almeno negli uffici di Marrazzo non ci fossero.

marcape83 ha detto...

A mio avviso, lui si è trovato davanti ad un bivio: promuovere la giustizia, denunciando i suoi aguzzini (e il mio pensiero perbenista mi fa credere che realmente gli sia passato per la testa), o tacere tutto nella speranza di poter salvare la faccia pubblicamente e magari anche privatamente.
Lui si è trovato in una situazione veramente molto brutta. Certo, c'è da dire che giocando col fuoco si deve sempre mettere in conto di potersi bruciare. Ma io credo che la sua mancanza di morale e la sua inadempienza al dovere civico e costituzionale, siano state dettate da un istinto di conservazione che in ogni caso è sempre più forte di ogni legge morale.

Anonimo ha detto...

La questione Marrazzo e carabinieri corrotti, pone per me una questione ben più ampia. L'etica e la moralità di chi svolge funzioni pubbliche. Non possono essere concetti generali o "metafisici", debbono anzi devono tornare di urgente concretezza. Non si può pensare o dire "se la legge non lo vieta, allora è consentito farlo", specie se una tesi del genere dovesse passare tra politici e forze dell'ordine. Per l'appunto chi copre detreminati ruoli deve adottare uno stile di condotta e di valori più draconiano rispetto al cittadino "normale". La vita privata non deve interessare o condizionare la vita politica, ma il politico o l'uomo pubblico deve tenere una condotta anche privata più trasprante e "immune" da possibili "ricattabilità".