Io non sono per il mercato duro e puro, che guarderebbe soltanto alle copie vendute o allo share di una trasmissione (consiglio la lettura dell'editoriale di Pierluigi Battista sul Corsera di oggi: "La difesa di Radio Radicale, servizio pubblico e non privilegio").
Sono sicura, però, che qualche razionalizzazione potrebbe esser fatta, anche in nome del pluralismo e dell'informazione libera.
4 commenti:
Però mi spieghi come può un giornale essere veramente critico nei confronti di uno stato dal quale riceve finanziamenti pubblici?
Lei non crede al libero mercato puro. Ma chi decide cosa è servizio pubblico? Chi decide cosa si deve trasmettere "costi quel che costi", e cosa no?
mah! personalmente i fondi per l'editoria li stroncherei.
al limite terrei qualcosa per piccoli giornali in aree sottosviluppate o per l'editoria di partito.
( io invece sono per il mercato duro e puro , ecco perchè non sono capitalista ma socialista ;-) )
mi fa piacere giulia che la pensi così, parlane coi radicali allora.
io però, farei una cosa: manterrei i finanziamenti innanzitutto a chi rinuncia alla pubblicità, poi alle cooperative vere, vere ripeto e agli aditori puri. gli altri non meritano nemmeno un cent, e non sto a spiegarne il perchè.
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