11 settembre 2009

La vita è sacra (fortuna...)

Una ragazza australiana rischia 7 anni di carcere per essersi autosomministrata un fac-simile della Ru486. 
A leggere la notizia si rimane un po' perplessi: perché una donna vorrebbe rischiare di avere conseguenze gravissime sulla propria salute, pur di procedere a un aborto fai da te?
Leggi fino in fondo la notizia e ti si accende una lampadina:
La RU486 è stata introdotta in Australia appena tre anni fa e può essere amministrata solo sotto controllo medico. Ma le leggi sul suo utilizzo sono così poco chiare che un numero di medici preferiscono non prescriverla, per paura di essere perseguiti.
La situazione australiana ricorda un po' quella italiana, con una differenza: le leggi qui ci sono e sono chiare, soltanto che vengono boicottate quotidianamente dai medici (quando non dai farmacisti) obiettori  che si ritengono al di sopra della legge, al grido di una coscienza che impone talvolta drammi come questo.
Al grido della "sacralità della vita", oltretutto.



3 commenti:

socialista eretico ha detto...

potrei sapere quale sono i passaggi della legge australiana che non sono molto chiari?

a me pare abbastanza insensato il modo di come tu abbia posto la questione

la realtà è che:


1) lei è una maggiorenne sana , non violentata e con un un compagno. Non risultano problemi di salute od economici.


2) se non vuole allevare il figlio , può darlo in adozione.

3) se si vuole abortire e risulta difficoltosa la strada chimica, si può fare quella chirurgica.

qui abbiamo una ragazza soltanto che ha scelto di abortire illegalmente perchè non VUOLE (no, non può ma non VUOLE) tenere il figlio in barba alle leggi dello Stato.

credo che qualche anno di galera sia doveroso.
certi individui de-responsabilizzati sono un pericolo per la collettività.

forse è poco chiaro ma l'aborto è un omicidio depenalizzato, non un metodo contraccettivo come un altro.

pertanto solo ad alcune condizioni può essere attuato e solo nel rispetto delle normative.

non a piacimento di madri, padri,preti e via dicendo.

Giulia Innocenzi ha detto...

Immagino che il Corriere della Sera abbia rilevato le osservazioni che si fanno nel dibattito politico australiano, prima di dichiarare che la legge è poco chiara.
Aggiungendo inoltre che come conseguenza della legge mal scritta molti medici si rifiutano di far eil loro lavoro, il quadretto è completo e riprende ciò che succede in Italia, dove, guarda caso, gli aborti clandestini sono in aumento.

socialista eretico ha detto...

sarò maligno ma ho il sospetto che il corriere abbia ripetuto approssimandolo ancora di più il lancio d'agenzia adnkronos e che più che le polemiche australiane il "poco chiaro" sia riferito alla comprensione dell'articolista dello Stato federale.

cmq stasera "a svizio", farò un giro per i quotidiani austriali (loro non scrivono nella lingua dei mangiarane :-p )

in Italia sull'aborto vi sono vari problemi.

il sabotaggio di obiettori che indichi è certamente uno di questi
ma io direi che non è il solo.

gli aborti sono frequenti ed in aumento(per quel che ricordo) tra le immigrate.
segno che l'opera di accoglienza non è stata fatta bene ed in particolare, presupponendo che l'aborto sia vissuto come dramma, lo Stato è latitante soprattutto con le donne che il figlio lo terrebbero ma non possono a causa di pressione culturali nella comunità etnica di origine e/o di difficoltà economiche .

il secondo grosso problema è che l'aborto ormai è sempre più considerato un metodo contraccettivo d'emergenza.
la cosa è abbastanza tenuta sotto silenzio ma l' Italia è uno dei Paesi europei dove più si ricorre all'aborto in proporzione al numero di nascite:
http://www.corriere.it/Media/Foto/2009/04/27/focus2.jpg
siamo a livelli dei liberi Paesi scandinavi e della decandente UK.