Poi è arrivato l'Osce, che ha testé dichiarato:
Fare continuamente domande, anche se di parte, è uno strumento della funzione correttiva dei media. Il diritto di informazione del pubblico include inevitabilmente il diritto dei media a fare domande. I dirigenti politici devono accettare un livello di critica più alto rispetto agli altri cittadini a causa delle funzioni che ricoprono.A questo punto mi sono messa l'animo in pace: se anche Repubblica non è stata elegante, il Berluska sarebbe parso un signore nel rispondere. Certo, avrebbe solo adempiuto a un suo obbligo, ma per come siamo messi in Italia, sarebbe stato proprio per questo un signore.
6 commenti:
Io ho sempre pensato una cosa: bisogna essere bravi a fare le domande. Quelle di Repubblica, sono oggettivamente pretestuose e conoscendo Berluska, sapevano benissimo che non avrebbe mai risposto. Io sono convinto che se le stesse domande fossero capitate tra le mani di Mentana, ci sarebbe stata qualche speranza in più...
Poi, sul fatto che sarebbe anche un suo dovere rispondere... beh... viviamo in Italia...
Ma Giulia, io penso che alle domande di Repubblica (che possiamo riconoscere non erano le domande + importanti da fare a questo premier) beruscone NON POTEVA rispondere, perchè solo mentendo spudoratamente si sarebbe potuto salvare...
Quindi era impossibilitato a fare la figura del "signore"
1) Se anche tu credevi che le domande fossero pretestuose (solo gossip come dice Minzolini?) vuol dire che forse non hai ben chiaro il significato di etica politica.
Anche tu sei per il "nella vita privata può fare quello che vuole, anche andare a puttane"?.
Con quelle domande, tra l'altro, si cercava soprattutto di ristabilire la verità, visto il susseguirsi di menzogne del premier (ritenuto inacettabile nelle vere democrazie).
2)Grande coerenza: poichè l'ha detto l'Ocse deve essere per forza così, e cambio idea.
Ci voleva l'Ocse per chiarirti il dubbio?
3) Se Berlusconi avesse risposto alle domande non sarebbe stato un signore, ma un normalissimo presidente del consiglio.
Prima di ricordare "come siamo messi in Italia", sarebbe meglio ricordare come siamo messi in Europa e guardarsi un po' attorno.
Mi permetto sommessamente di osservare che:
a) le dieci domande poste da Repubblica, non sono un'articolazione di un'inchiesta giornalistica, ma la punta di diamante di un'offensiva politica, lanciata dal quotidiano in questione, al quale l'opposizione si è accodata, essendo del tutto incapace di riorganizzare una propria linea politica ed una propria proposta politica. La suggestione che deriva da questo modo di fare giornalismo e questo modo di fare politica, determina non già una dialettica politica in grado di mettere in difficoltà il premier, il governo e la maggioranza, i quali sono ben felici di doversi impegnare a fronteggiare questo tipo di confronti e non i confronti sui nodi politici; questa linea politica e questo modo di fare giornalismo e il consenso che acquisiscono presso alcuni cittadini, sono gli stessi da 15 anni. Il risultato? Berlusconi, dato mille volte per finito, è più forte che mai, ormai praticamente invincibile; i suoi avversari? in caduta libera. Berlusconi adesso ha realmente campo libero; gran parte del merito è, appunto, da rintracciare in questo modo di fare politica ed in questo modo di fare giornalismo e, se mi è concesso, in tutti coloro che, come qualcuno che partecipa a questo confronto, ritiene che il problema dell'Italia risieda nel premier che non risponde alle domande sulla sua vita privata. Salvo poi, adottare ben altro metro, quando la stessa moralità, la stessa trasparenza, la stessa prontezza a rispondere alle domande la si rivolge ad altri, che non sono vicini a Berlusconi, che non simpatizzano per Lui, che pretendono di impartire insegnamenti di vita e firmano appelli per salvare l'Italia dal liberticida (vogliamo parlare di Michele Placido)? Grazie a tutti per l'attenzione e scusatemi se dovessi essere risultato un po' violento.
Berardo Berardi
"gran parte del merito è, appunto, da rintracciare in questo modo di fare politica ed in questo modo di fare giornalismo e, se mi è concesso, in tutti coloro che, come qualcuno che partecipa a questo confronto, ritiene che il problema dell'Italia risieda nel premier che non risponde alle domande sulla sua vita privata"
La solita storia pseudo-anticonformistica del "pensiamo ai veri problemi del paese" che permette di farsi passare sopra scempi di ogni genere.
Giulia comunque questo si chiama blog, potresti anche rispondere.
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