15 luglio 2010

Pio pio - il giornalismo che non morde

Per quel che può valere la mia opinione, ritengo Marco Imarisio un buon giornalista.
Non è quindi colpa sua se l'intervista che ha fatto a Denis Verdini, e che è pubblicata a pagina 3 del Corriere della Sera, parta così:
Vietata ogni domanda "giudiziaria", si parla solo di politica. Anche se, davvero, è inevitabile non cominciare dlala presunta P3 e affini.
Conseguentemente, le domande sono del calibro:
Riconosce però che le inchieste l'hanno molto indebolita?
Amareggiato?
Inchieste a parte, lei non ha davvero nulla da rimproverarsi?
Ammetterà che non tutti possono essere d'accordo con questa visione.
Come finirà per lei?
Capito? A Denis Verdini, deputato della Repubblica e coordinatore del maggiore partito italiano, attualmente coinvolto in quella che sembra la nuova P3, non è lecito fare domande "giudiziarie". O meglio, gli si offre la terza pagina del principale quotidiano nazionale per parlare solo di "politica".
Il giornalismo in Italia è proprio strano: non si capisce se è più importante il lettore o il soggetto dell'articolo.
E senza un giornalismo cane da guardia, non bisogna poi sorprendersi che uno come Verdini non si senta politicamente obbligato a dimettersi. Tanto può parlare di quello che gli pare.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo stesso Imarisio che con Di Pietro ha sfoderato un coraggio da leone e ha prodotto un reportage durissimo sulle presunte magagne del leader dell'Idv.

Antonio

ilfreddomancino ha detto...

Forse la cosa migliore sarebbe quella che certi giornali si rifiutassero di fare delle interviste/non interviste! Voglio vedere se non li intervista più nessuno come fanno?

Concordo pienamente col commento qua sopra di Antonio