Cappato ha chiesto le dimissioni di Formigoni, rifacendosi direttamente alle sue telefonate intercettate:
Se il Presidente della Lombardia Roberto Formigoni avesse senso dello Stato e delle istituzioni dovrebbe rendere conto del fatto di aver scelto, contro il ricorso radicale della Lista Bonino-Pannella, di affidarsi non alle sole armi del diritto e dei fatti, ma di “far camminare” (espressione di Formigoni, stando alle intercettazioni) oscuri figuri impegnati in metodi goffamente banditeschi.Secondo i radicali più "liberali", quelli per cui bisogna aspettare l'ultimissima sentenza dell'ultimissimo giudice e viene prima il diritto alla riservatezza della persona coinvolta, che non il diritto a essere informato del cittadino, Cappato con la richiesta di dimissioni di Formigoni non si connota quindi come un giustizialista forcaiolo che non rispetta la privacy del Presidente della Lombardia?
Allora, amici liberali, come la mettiamo?
Con Formigoni tutto è concesso, mentre per gli altri no?
4 commenti:
Da radicale convinto vorrei una posizione chiara e senza ambiguità su questo ddl che è un pericolo per la democrazia come rilevato a più riprese da OCSE e ONU.. NO alla LEGGE BAVAGLIO, senza se e senza ma..
So tutti garantisti con i corruttori dell'artri.
io mi sto divertendo un mondo a vedere questo dibattito tra radicali :-)
personalmente la penso così:
se uno pensa solo ai diritti individuali senza considerare la realtà intorno (cioè la società) allora è un liberale,
se uno pensa ai diritti individuali inseriti nella società in modo da che il diritto del singolo non distrugga i diritti degli altri allora è un socialista.
socialista nel senso rosselliano : la libertà che diventa azione, che si fa per tutti (anche per chi non ha il potere ed il denaro)
:-)
si si la butto sulla formazione ideologica/culturale ahahaha
Penso che si siano create delle classificazioni ad hoc come giustizialista o forcaiolo usate per etichettare persone che in questo caso chiedono solo giustizia e certa individuzione di responsabilità politiche e penali; e la distinzione fra liberali e socialisti in questo caso è superflua visto che entrambi sarebbero a tutela di un bene comune come la giustizia, sacrificando parte del diritto alla privacy per assicurare alla legge i responsabili di reati.
I radicali hanno fatto battaglie condivisibili sul tema come sulla responsabilità civile dei magistrati, ma hanno sempre tentennato nel condannare il sistema di consociativismo presente nella politica italiana.
E nel caso particolare del ddl delle intercettazioni presentato dal governo è incredibile come ci si tappi gli occhi di fronte alla volontà della maggioranza di salvare se stessi e i propri amichetti, visto il vasto coinvolgimento di importanti esponenti in diverse inchieste.
Di fronte a questa situazione parlare di diritti alla privacy lesi è del tutto inutile, visto che l'interesse della maggioranza è quello di tutelare soltanto i propri diritti, e delle due l'una: o si è stupidi da pensare che Berlusconi & Co. siano degli stinchi di santo (e quindi la legge non servirebbe a loro) oppure si è corresponsabili di quello che avverrebbe una volta approvata la legge, ovvero criminali che si ritroverebbero soltanto la vita più facile per commettere atti delittuosi.
Posta un commento