12 novembre 2009

Certa politica, certo teatro

Approfitto del comunicato di Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, per evidenziare quello che ormai è diventato il linguaggio stereotipato di "certa politica".
In neretto le dichiarazioni sempre uguali che ormai fanno parte del gergo del teatrino politico, quando un attore deve delegittimare un potere istituzionale che nel svolgere il suo ruolo mette i bastoni fra le ruote al potere predatorio dei politici.

“Con la richiesta di custodia cautelare inviata alla Camera dalla Procura di Napoli siamo in presenza di un’iniziativa giudiziaria “a comando”. Mai come in questo momento assistiamo a una pericolosa e vergognosa commistione fra politica e magistratura.

Nicola Cosentino è un politico di razza che ha sempre svolto con entusiasmo ed efficacia il suo impegno, come dimostrano gli straordinari risultati elettorali da lui conseguiti da quando è Coordinatore regionale della Campania. Era la persona più adatta a candidarsi e vincere la Presidenza della Regione Campania, da quindici anni roccaforte della sinistra.

Proprio per questo motivo, nei suoi confronti è stata avviata una indecorosa campagna di demonizzazione. Per oltre un anno apparati della sinistra giustizialista, sostenuti dalla stampa forcaiola del gruppo Espresso-Repubblica e di Santoro, hanno chiesto a gran voce provvedimenti nei confronti di Cosentino buttando sul terreno elementi giudiziari vaghi, ’de relato’, tutti ancora da verificare sotto il profilo della fondatezza. Ancora una volta, quindi, la sinistra giustizialista ha chiamato e certa magistratura ha prontamente risposto. Siamo in presenza dell’ennesimo, inquietante tentativo delle toghe di condizionare il corso della politica e di impedire a colpi di provvedimenti giudiziari un esito elettorale altrimenti certo e inequivocabile”.

Sì, non c'è che dire, l'esito elettorale era "certo e inequivocabile": se le motivazioni che accompagnano la richiesta di arresto dell'on. Cosentino si riveleranno corrette, con tutto quel popò di appoggio da clan camorristici e rete clientelare consolidata, i voti erano già nelle urne, sigillate.


5 commenti:

Anonimo ha detto...

All'onorevole (ma perchè continuarli a chiamarli così?) Verdini vorrei suggerire di leggere la pag. 3 de "Il Fatto" di oggi, dove c'è un elenco bipartisan di politici "indaffarati" con la giustizia, per vicende che nulla hanno a che fare con il loro mandato politico o, comunque, verificatisi ben prima che ci fossere una qualsiasi tornata elettorale.
Potrebbe spiegare l'on.Verdini quando e come dovrebbe intervenire la magistratura se, tra politiche, europee, regionali, provinciali, comunali, suppletive, referendum o quant'altro il ricorso all'urna è ormai fin troppo calendarizzato?
Perchè, se si sanno che ci sono indagini in corso, si accetta comunque di candidare per ruoli istituzionali persone che non hanno ancora risolto i problemi con la gisutizia? On.Verdini perchè l'On. Berlusconi ha confermato il suo "appoggio" all'on.Cosentino, non conoscendo - almeno credo - le carte del procedimento che lo riguardano? On. Verdini perchè la gisutizia dev'essere inflessibile con il comune cittadino e deve prostrarsi davanti a qualsiasi politico? Il politico essendo stato eletto dal popolo, qualsiasi carica ricopra, qualsiasi mandato abbia ricevuto e, soprattutto, qualsiasi cosa faccia è di fatto da considerarsi intoccabile? Mi può dire on. Verdini quali sono i casi o le situazioni in cui un politico può rispondere alla Magistratura, come un comune cittadino? Possibile che chi faccia politica non si senta investito di un maggior rigore morale ed etico, piuttosto che cercare tutelle che sembrano sempre di più auto-assoluzioni?

Michele Amitrano ha detto...

Giulia questa è la famosa scuola del "disco rotto". Ognuno sceglie il suo arogmento chi i "comunisti", chi "l'europa" (gli eurofobi) ed attacca col tormentone.

Anonimo ha detto...

Possibile che nessuno si sia stancato di sentire lo stesso, perdurante, insopportabile disco rotto?
A certe osservazioni, come quelle formulate dall'on.Verdini, perchè non vengono posto determinate domande?
Possibile che tutto vada comunque bene?

Macaronì ha detto...

1) Gianluca ti sbagli, l'assioma è che tutto va bene nel migliore dei mondi e che se critichi sei anti-italiani.


2) Effettivamente a queste gente che governa da 8 anni e passa il paese e continua avanti col discorotto, ci sarebbe da fargli delle domande. Ma se governate cosi bene e tutto è al meglio come mai andate avanti sempre con lo stesso discorso dicemdo che il poco di cattivo che resta è tutta colpa degli altri?

3) Cambiate il disco!

Anonimo ha detto...

Michele, hai ragione. Se critichi sei anti-italiano, se conosci o cerchi di farlo sei anti-italiano, se ti fai domande sei anti-italiano...ma l'opposto vorebbe dire che se non critichi, non domandi, non consoci sei un vero italiano? Ma che razza di italiani ne escono fuori?