20 novembre 2009

Fai casino, per Rudra


Il 25 novembre ci sarà l'udienza per l'omissione di soccorso contro la guardia carceraria della prigione di Perugia che era presente mentre Aldo Bianzino moriva. L'11 dicembre, invece, ci sarà il secondo tentativo di archiviare l'indagine sull'omicidio di Aldo contro ignoti, con la motivazione che le gravi lesioni riscontrate in diversi organi interni, fra cui il fegato, sarebbero state provocate dal massaggio cardiaco per la rianimazione di Aldo.
Soltanto attraverso la mobilitazione e il rumore Rudra potrà sperare che venga fatta verità e giustizia sulla morte di suo padre in carcere.
Fai anche tu un po' di rumore: sottoscrivi l'appello di Radicali Italiani per sostenere Rudra nella sua battaglia di verità, dai un aiuto economico a Rudra grazie al sito di Beppe Grillo, e cerca di informare i tuoi contatti sulla storia di Rudra e di suo padre Aldo attraverso il Comitato verità e giustizia per Aldo.
Sono giorni decisivi affinché una famiglia distrutta da quanto successo nelle carceri italiane ottenga finalmente la verità.
Fai sì che il silenzio non sia complice di chi vuole cancellare per sempre la verità di quella famiglia: la giustizia, anche se non può riportare in vita chi se ne è andato, aiuta.


5 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

La riforma del sistema carcerario, non il giusto processo sono un'URGENZA democratica.
Mi chiedo chi si rende colpevole di questi omicidi se è ancora non solo degno di indossare una divisa o di essere un rappresentante dello stato.

Giulia un unico appunto. Il metodo "grazie" al quale non si vedono tracce del pestaggio, non è militare è semplicemente prova di un sadismo violento. Essere militare, nella sua accezione anche più generale, vuol dire ben altro

20 novembre 2009 8.02

Giulia Innocenzi ha detto...

E' militare nel senso che sono quelle tecniche dei professionisti, abituati a picchiare senza lasciare segni, che imparano a farlo.

Anonimo ha detto...

Il concetto è chiaro, anzi assolutamente condivisibile.
Chi picchia, sia esso un professionista della violenza o un pazzo scatenato, non è nè può definirsi realmente un militare (e con questo non voglio - per dogma - ritenere che il mondo militare sia una realtà perfetta!!!)

Possibile che fatti del genere si ritengano solo episodi? Credo che la violenza sia qualcosa di istituzionalizzato, nel mondo delle carceri, e questi episodi che sono alla ribalta della cronaca non sono altro che la punta di un agghiacciante iceberg

magellano83 ha detto...

Sono totalmente d'accordo con Gianluca!