25 gennaio 2010

Il Paradiso non è di questa Terra


Giovedì scorso ho intervistato i candidati del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo alle elezioni regionali. Con l'occasione, ho scoperto che Grillo non fa solo politica urlata, o meglio antipolitica, bensì ha un suo programma ricco di spunti interessanti e al momento fuori dall'agenda politica del nostro paese (gli incroci azionari fra banche e imprese, il telelavoro, la promozione dei farmaci fuori brevetto, per citare alcuni esempi).
Tuttavia, al di là delle critiche che ho potuto fare ai ragazzi, in e fuori onda, sui limiti stessi dell'essere una non-associazione, che riguardano soprattutto il fatto che il proprietario del movimento è Beppe Grillo, e che tiene in mano lui il simbolo, e quindi può concederlo/revocarlo a chi crede, ciò che mi lascia più perplessa è la visione stessa del fare politica che sottende il Movimento stesso.
Secondo Beppe Grillo e soci, infatti, chiunque faccia politica è prestato a un servizio civico. Se fin qui possiamo essere tutti d'accordo, il problema è come questo servizio va messo in pratica. I candidati del Movimento, una volta eletti, devolvono l'intero ammontare del loro stipendio al Movimento, che a seconda delle condizioni familiari e simili, decide quanto restituire all'eletto (la questione può variare però da regione a regione).
Perché non sono d'accordo? Per due ragioni:
  1. Così facendo escludiamo in assoluto professionisti, imprenditori e in generale persone con incarichi di prestigio che non accetterebbero mai di "prestare il servizio" in pratica gratis;
  2. E' la visione dell'uomo che è sbagliata. Non esistono uomini cattivi (quelli che oggi fanno politica) e uomini buoni (i grillini), bensì esiste l'uomo, che fra i suoi difetti annovera anche la corruttibilità. Gli stessi preti, mossi da una fede assoluta, spesso vengono tentati dal "peccato". Perché allora credere che sia possibile che vi siano alcuni uomini votati a far politica per puro spirito di servizio? Ci può essere chi fa politica per i propri ideali e chi per il potere, ma entrambe vanno difesi dalle tentazioni, e questo si fa con stipendi adeguati al posto che si ricopre. Per i privilegi, però, è tutta un'altra storia, che nulla c'entra con la remunerazione, perché si tratta di una degenerazione cresciuta con gli anni.
Quindi. Nel dibattito tornato in auge su questione morale e mani pulite occorrerebbe ritornare su questa terra e ricordarsi le virtù e i vizi degli uomini, altrimenti si pecca ancor di più di chi il peccato lo fa volontariamente.
E ciò sarebbe un vero peccato.



3 commenti:

Radicale Ignoto ha detto...

Ho rivisto la sua intervista ad Annozero.
Le parti sull'economia avrebbero infastidito una classe di bimbi all'asilo.
Il mix populismo e ignoranza ricorda i comizi della lega sull'immigrazione. Il meccanismo cattivi-buoni è esattamente lo stesso.
Brillante (per fantasia) il passaggio sulla "vendita" del debito pubblico ai Cinesi che per Grillo equivale a farli diventare proprietari del nostro Paese.
Il giornalista ovviamente ha elegantemente evitato di chiedere spiegazioni nel pieno rispetto del "galateo" RAI che non prevede di accennare ad un contraddittorio (o solo provare a capire se l'intervistato abbia una minima preparazione sull'argomento).

Conspiracy of one ha detto...

se gli imprenditori che si affacciano alla politica sono i vari Colaninno e Berlusconi o simili tanto meglio se approda questa gente volenterosa con dei valori e degli obiettivi per i cittadini. Quello che dice Grillo è maledettamente vero!! Ci sono 100 imprenditori in Italia che sono collusi in ogni modo con i partiti (tutti) ed alla fine ottengono sempre ciò che vogliono. pensiamo alla Telecom o alle autostrade o alla stessa Mediaset, tutte queste concessioni sono date a favore loro e chi ci perde poi sono sempre i cittadini.

Anonimo ha detto...

l'uomo e' un mix complicato di tensioni, pulsioni ed emozioni.
tu dici che guadagnando di meno i politici sono piu' soggetti alla corruzione ma, a parte il discorso morale, il guadagnare di meno, che non vuol dire guadagnare poco, porta ad impegnarsi per mantenere il posto poiche' se la politica e' la tua vita e la tua passione non puoi lavorare nell'ottica di raggiungere un benessere attraverso di essa.
per un lavoratore ci vogliono anni ed anni per assicurarsi uno stipendio decente e come si e' visto dalla crisi economica recente, queto non assicura nemmeno la certezza del posto.
si potrebbe parlare di grandi responsabilita' del politico ma un capomastro ha lo stesso obblighi importanti e pesanti nei confronti di chi va ad abitare nella palazzina che sta costruendo.
Comunque parlare di stipendi e pensioni di un politico a volte risulta ridicolo se rapportato a quello che prendono certi dirigenti o sportivi di turno.
Quello che sconcerta di piu', alla fine, e' il numero di persone che campano sulla politica e soprattutto certa ignoranza e chiusura mentale da parte di persone che dovrebbero muoversi nell'interesse du tutti, partendo dalle minoranze.
il confronto non e' facile, quello tra fazioni che sbandierano la propria ragione e' ancora piu' difficile ma il negare la liberta' per interessi o morale e' il piu' grande crimine all'umanita'.
La perfezione meccanica di uno Stato autoritario non serve a nulla: "a lungo termine, il valore di uno Stato e' il valore degli individui che lo compongono"
o come disse Emiliano Zapata;" un popolo debole ha bisogno di figure politiche forti, e' il senso responsabilita' individuale il vero seme.