3 dicembre 2009

Tanto siamo noi a prenderlo nel.

Ormai la lettera di Pierluigi Celli, direttore generale della Luiss, in cui invita suo figlio ad andarsene dall'Italia, perché questo "non è un più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio", sta diventando una saga.
Oggi interviene il Presidente Napolitano:
Possiamo far crescere il nostro Paese all'altezza delle conquiste delle società contemporanee più avanzate.
Giusto. Peccato che gli unici assenti dal dibattito siano i politici, coloro che qualcosa la potrebbero fare, sul serio.
Cominciare a pensare alla costituzione di un polo universitario di eccellenza, ad esempio, magari per non essere sempre al 150° posto delle classifiche mondiali. Oppure la riforma del mercato del lavoro, che al momento condanna al precariato chi esce dall'università, senza avere i relativi benefici economici che una tale situazione dovrebbe garantire (solitamente si paga la sicurezza del posto di lavoro con un minore stipendio, e viceversa). E magari pure qualche misura ad hoc per incentivare la mobilità dei ragazzi, costretti a rimanere in casa con mamma e papà fino ai trentacinque anni, a meno che non vogliano stare a pane e acqua per pagarsi l'affitto.
Ah, che ingenua. Delle proposte fatte sopra, nessuna riguarda il Presidente del Consiglio direttamente, quindi, ma che le dico a fà...



1 commenti:

Anonimo ha detto...

Nessuno è tra le priorità del Presidente del Consiglio che, appena terminate le sue, ne trova immediatamente un'altra da imporre al "calendario" dei lavori.
Nell'elenco dei caduti o dei dispersi possiamo annoverare, oltre agli argomenti indicati da Giulia:
- riforma elettorale;
- riforma della legsilazione sulla sicurezza dei luoghi di lavoro;
- riduzione dei numeri dei ministri e membri del Governo;
- il "caso" monnezza di Palermo;
- la questione Catania;
- i decreti attuativi del Testo Unico dell'Ambiente;
- la riforma del Codice Penale e di procedura Penale (non di parte di esso...)