8 giugno 2010

A questo serve la libertà


Silvio Berlusconi a Federalberghi:
Se uno ha avuto un famigliare morto sotto le macerie ed è anche in una condizione di debolezza gli può anche venire di sparare un colpo... per cui la Protezione civile non andrà più in Abruzzo finché c'è l'indagine per omicidio colposo.
Ma non è che il Berlusca è consapevole che a L'Aquila non è stato fatto un gran che, che quelle chiavi con frigorifero incorporato a favor di camera hanno accontentato soltanto pochi, e che se dovesse rimetterci piede riceverebbe un bel po' di fischi da chi aspetta una casa e chi vorrebbe ripartire con la propria attività economica ma è abbandonato dal governo?
Al momento (al momento) in questo paese è ancora ammessa la libertà di espressione e di critica. Finché questa è ammessa, gli aquilani avranno tutto il diritto di esercitarla, e non avranno certamente bisogno di sparare un colpo.
E' anche a questo che servono la libertà e lo stato di diritto: per non ricorrere alla violenza.
Forse il Berlusca, visibilmente preoccupato, farebbe bene a tenerne conto.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Art. 658 C.P.:
"Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l`autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da euro 10 a euro 516."

Art. 290 C.P.
"Chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo, o la Corte costituzionale o l'ordine giudiziario, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000.
La stessa pena si applica a chi pubblicamente vilipende le forze armate dello Stato o quelle della liberazione."

Art. 414 C.P.:
"Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o piu’ reati e’ punito, per
il solo fatto dell’istigazione:
1) con la reclusione da uno a cinque anni, se trattasi di istigazione a
commettere delitti.
2) con la reclusione fino a un anno, ovvero con la multa fino a lire
quattrocentomila, se trattasi di istigazione a commettere contravvenzioni.
Se si tratta di istigazione a commettere uno o piu’ delitti e una o piu’
contravvenzioni, si applica la pena stabilita nel n. 1.
Alla pena stabilita nel n. 1 soggiace anche chi pubblicamente fa
l’apologia di uno o piu’ delitti."

Anonimo ha detto...

...e ovviamente:

Art. 594 C.P.:
"Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino ad euro 516.

Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa.

La pena è della reclusione fino ad un anno o della multa fino ad euro 1.032, se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato.

Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone."


Art. 595 C.P.:
"Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.

Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.

Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.

Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.

Anonimo ha detto...

Eppure c'è un certo Paolo Murgia, pastore sardo, che denuncia una società di Berlusconi e...vince!
Nasce una nuova speranza?


http://www.apcom.net/newscronaca/20090703_140132_ab0bfb_65429.html