Per questa malattia, che ha anche suo fratello Marco, da due anni Carlo non riusciva più a parlare. E da due anni era in fila, in attesa del puntatore oculare.
Cioè, per chi non avesse ben capito, da due anni Carlo non poteva più comunicare da solo, ma doveva sempre rifarsi a qualcun altro. Dalla quinta elementare, come lui stesso mi ha puntualizzato, ha smesso di articolare le parole.
Da neanche due mesi, invece, Carlo può parlare con il mondo intero, attraverso il movimento dei suoi occhi.
Carlo, festeggiamo con te, augurandoci che chi è nelle tue condizioni, non debba aspettare anni come te, per una fila, una di quelle beghe burocratiche che a noi può innervosirci alla posta o in questura.
A te, invece, non permetteva proprio di esprimere quel nervosismo.
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