15 febbraio 2010

Ovunque, tranne qui


Questo è il testamento biologico di Paolo Ravasin, affetto da sclerosi laterale amiotofrica, fatto un anno fa.
Ora Paolo Ravasin ha deciso che se necessario andrà all'estero per ottenere l'eutanasia.
Sì, perché come ha detto a Current tv:
Sarei felice d’incontrare un medico che mi togliesse il tubo, che mi facesse l’iniezione per addormentarmi e togliermi il tubo. Ma io non conosco nessun dottore che lo possa fare. Amici e fratelli non trovano il coraggio.
Evidentemente neanche i nostri politici trovano il coraggio, visto che ritengono più morale abbandonare queste persone, che liberamente scelgono di morire, al coraggio dei famigliari, che dovrebbero dare loro il colpo finale.
La politica, o meglio i partiti, come abbiamo visto anche in questi giorni, occupano qualunque sfera della vita dei cittadini, tranne quelle dove si chiede la loro presenza, proprio per questioni di vita o di morte.
Uno stato che ha il coraggio dell'abbandono, è uno stato codardo.


2 commenti:

L'Esorciccio ha detto...

Mi si perdoni l'accostamento, ma l'ipocrisia di fondo è la stessa usata nei confronti della prostituzione.
L'importante è farlo sparire dalle strade, farlo di nascosto, non farlo vedere.
Poi che si chiamino massaggiatrici e che siano frequentate dal percentuali altissime della popolazione è secondario...

Aggiungiamoci, poi, che ipocrisia e certo cattolicesimo vanno a braccetto e la frittata è fatta.

Anonimo ha detto...

Temo che la vita delle persone, basterebbe ricordare il "caso" Englaro, sia vista e tutelata solo in un'ottica sondaggistica o elettorale. Un governo come questo, in prossimità di elezioni regionali, potrebbe mai affrontare una discussione o approvare una legge così fondamentale, pur sapendo che con ciò rischia di perdere o spaccare il suo elettorato cattolico? La risposta a questa domanda è la spiegazione dell'immobilismo o dell'interventismo a goccia dei nostri politicanti su questo tema.