12 febbraio 2010

Giudicare alla fonte


Quello che è venuto fuori ieri dalla puntata di Annozero è tanta confusione in merito a quanto accadrà ai programmi televisivi di approfondimento politico nei trenta giorni precedenti le elezioni. O meglio, a un certo ho pensato, dopo che il Presidente della Federazione nazionale della stampa continuava a leggere le dichiarazioni di Beltrandi, la Annunziata che continuava a dire che al settimo piano di viale Mazzini le avevano detto altro, che l'unica ad aver letto il regolamento uscito dalla Commissione di vigilanza Rai fosse la Bonino.
Allora, per fare un po' di chiarezza, visto che in Italia si fa sempre un gran parlare delle interpretazioni delle regole, ma mai della loro applicazione concreta, vi rimando al regolamento stesso, ma soprattutto alla spiegazione di quel regolamento che disciplinerà l'informazione nel mese precedente alle elezioni.
Eccone alcuni stralci:
Il regolamento è un ennesimo attacco alla libertà di informazione, a favore di Berlusconi?

Il regolamento stabilisce soltanto che le trasmissioni di maggiore ascolto non potranno invitare solo chi vogliono loro, dando più spazi ad un partito/leader o ad un altro a seconda dell’orientamento di ciascuna, il motivo per cui finora sono state condannate in ogni campagna elettorale, per decine di volte. I dibattiti tv delle presidenziali americane, le trasmissioni politiche più seguite al mondo, sono regolati nei minimi dettagli: dalla posizione che assumono i candidati (sul podio o seduti intorno a un tavolo), al tempo di risposta dopo ogni domanda, alla possibilità o meno di ribattere alle risposte del contendente, agli argomenti dei vari dibattiti. In occasione delle primarie, quando i candidati arrivano ad essere anche più di 6 o 7, sono invitati tutti su un piano di parità.

Le trasmissioni saranno ingestibili, con decine di partiti e partitini?

No, perché sono ammessi a livello nazionale solo i candidati Presidente ed i partiti che saranno presenti in un numero di Regioni che rappresentano almeno ¼ dell’elettorato coinvolto. I partiti non devono essere presenti tutti insieme ma anche distribuiti in più puntate.

I partiti minori saranno discriminati?

Sono stati il Partito Democratico, il PDL e la Lega, con un emendamento al testo del Radicale Beltrandi, a cancellare la presenza dei partiti non già presenti in Parlamento o non hanno ottenuto il 4% dei voti alle scorse europee dalle trasmissioni fino al 27 febbraio. Negli ultimi 30 giorni di campagna ci saranno invece, per la prima volta proprio grazie a questo regolamento, garanzie di parità di trattamento. Sono solo le regole a garantire la parità di trattamento di tutte le forze politiche. Nelle ultime 20 puntate di Annozero (da dopo le elezioni europee ad oggi) sono stati ospitati 38 esponenti politici. Pd e PDL insieme hanno avuto il 70% delle presenze. Italia dei Valori e Lega il 25%. Nelle ultime 19 puntate di Ballarò ci sono state 67 presenze di politici. Pd e PDL insieme hanno avuto il 73% delle presenze. IDV e Lega il 15%. E gli altri?

Mediaset e le altre tv private saranno invece libere?

No. La legge prevede che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni faccia un regolamento analogo a quello della Commissione di vigilanza.

Cosa potrebbe accadere:

Annozero e Ballaro: mantenendo una sola puntata a settimana (quindi 4 ciascuna nei 30 giorni finali), potrebbero organizzare confronti tra partiti, 4 esponenti per puntate ad es. (come già fa Ballaro). Con due puntate settimanali ciascuna, potrebbero anche dedicarsi ai faccia a faccia tra Presidenti Regioni
Vespa, Santoro, Floris: potrebbero anche condurre le interviste ai leader previste per gli ultimi 15 giorni, in spazi ad hoc.



6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco, improvvisamente Giulia hai cambiato opinione, illuminata sulla via di damasco dalla Bonino....Ieri s'è capito benissimo invece una cosa: che vogliono impedire a certe trasmissioni, per un mese, di fare informazione, e vogliono obbligarle a trasformarsi in tribune politiche. In poche parole il servizio di ieri sulla sanità nel lazio non sarebbe potuto andare in onda. Vogliamo capirlo che le tribune politiche sono una cosa, e l'informazione è un'altra? Tutte quelle regole sulle tribune vanno benissimo; che si organizzino tribune politiche serali senza rompere i maroni ai programmi d'approfondimento! E' un po' come se per tutto il mese pre-elezioni la carta stampata pubblicasse solo pagine con dichiarazioni elettorali di politici, tralasciando tutto il resto; niente, per un mese non dobbiamo saper più nulla. Poi siamo in Italia su, il paese dei furbi. Quando fanno certe regole improvvise tutte italiane, bisogna sempre pensare al peggio, al tornaconto, e spesso ci si azzecca. E proprio per questo, tra le altre cose, sono convinto che mediaset non "godrà" delle stesse regole, checché ne dicano i vari politicanti. Dai, è palese che a certi individui diano fastidio le notizie che stanno uscendo ultimamente e che potranno uscire nei prossimi mesi, e vogliono fare di tutto per nasconderle, anche a breve termine, che intanto guadagnano un mesetto in più per organizzarsi e fare una nuova furbata...
LUCA

Giulia Innocenzi ha detto...

Ho pubblicato delle riflessioni in merito che aiutano tutti a capire la questione, visto che ieri le interpretazioni sembravano divergenti.
Non mi sono espressa nel merito del regolamento, però, visto che considero il problema sollevato dai radicali rilevante, ma forse lo strumento utilizzato non è il migliore.
Però il problema c'è: come ci si deve comportare di fronte a disequilibri?

Anonimo ha detto...

Sì, il problema c'è ed è un grosso problema. Ieri c'è stato un momento in cui tutti sembravano improvvisamente d'accordo: quando parlavano di lasciare le trasmissioni così come sono, e aprire tribune politiche da organizzare, che so, prima e dopo i telegiornali (quindi con fascia d'ascolto serale), che seguano queste nuove indicazioni. Tenere quindi separate le due cose, come effettivamente dovrebbe essere. Si parla dell'America e dei dibattiti delle presidenziali, bene, io sono d'accordo a regolamentare rigidamente anche qui le cose come negli States, ma non credo che negli USA quei dibattiti cancellino o si sovrappongano alle trasmissioni d'approfondimento. Il "problema" è che se dai tanto spazio ai Radicali quanto ne dai a Silvio c'è il rischio che prendano grosse percentuali, così come potrebbe succedere anche ad altri partiti minori, e questo non fa piacere a chi controlla la Rai. Partitocrazia.
LUCA

Massimo Marini ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Massimo Marini ha detto...

E allora questa come la chiami?
http://www.corriere.it/politica/10_febbraio_13/par-condicio-bachelet-trasmissione-cancellata_4937c0d6-189e-11df-adbd-00144f02aabe.shtml

Siamo al ridicolo

Anonimo ha detto...

Scusate ma la cancellazione di "A sua immagine", più precisamente della puntata dedicata a Vittorio Bachelet, con l'assurda motivazione che vi parlava il figlio che è deputato del PD, non è un'ottusa ed ossequiosa applicazione della par condicio?
Se anche trasmissioni del genere devono cadere sotto la mannaia di questa nuova "regola", siamo arrivati a rispettare la forma a discapito della sostanza.