22 febbraio 2010

Tele unica di unico pensiero

Non molti lo sanno, ma la mia primissima esperienza in tv è stata dal dicembre 2008 al giugno 2009 a Red tv.
Cominciò per caso, lo stesso caso con cui cominciai successivamente Annozero. Ai tempi ero candidata alle primarie dei Giovani Democratici, e al primo confronto fra i quattro candidati, trasmesso proprio da Red tv (ai tempi ancora Nessuno tv) era presente il direttore, o meglio, l'ex direttore, Claudio Caprara. Alla fine dell'incontro mi disse: "Se perderai alle primarie considerati arruolata in un programma a Red tv".
E così fu. Due giorni dopo la sconfitta ricevetti la chiamata del direttore: "Quell'offerta è ancora valida". E così cominciai "Punto G", il mio programma settimanale sulla politica, grazie all'aiuto dei ragazzi di Ops, che preparavano il contributo video iniziale.
Ero totalmente libera di parlare di ciò che volevo, invitare chi preferivo, e gestirmi la puntata come più mi piaceva. Fra i tanti temi: prostituzione, droga, nonviolenza, un mondo senza macchine, staminali, finevita. Totale libertà. Come in libertà scelsi la mia sigla, di cui vi ripropongo sopra il sonoro.
La mia esperienza finì nel giugno 2009.
Quella di Red tv finirà questa settimana.
Dal blog di Mario Adinolfi:
una lezione a chi ci proverà dopo di noi: io, infatti, resto convinto che lo spazio per una televisione di nicchia che parli al popolo delle primarie ci sia. Non credo debba essere una tv di partito, deve essere una tv di area, per questo la scelta del Pd di puntare su YouDem (cioè una tv finanziata direttamente e direttamente controllata, con tutto ciò che questo comporta in termini di libertà editoriale) sia un errore strategico. L'errore, più complessivo che riguarda i dirigenti del Partito democratico (Massimo D'Alema e i suoi seguaci in primis) è che si debba far prevalere sempre l'affidabilità dell'appartenenza alla libertà della competenza, il grigiore dell'esecutore all'intelligenza del fantasista, l'obbedienza al merito. E' un limite, il limite più forte del post-comunismo: il non sapersi veramente e radicalmente mettersi in discussione, avendo una pretesa di verità totalmente disattesa dai fatti. Tutto questo emerge dalla triste fine di Red Tv. Insieme ai guai del dualismo D'Alema-Veltroni, la palla al piede sempiterna dei democratici.
Per carità, da liberale quale sono, il fatto che con i soldi pubblici si finanziassero non una, ma ben due televisioni di partito, come minimo fa sorridere (se non indignare).
Ma se fra queste due quella destinata a chiudere deve essere la più plurale, aperta al dissenso e quindi, in teoria, più in linea con quello che dovrebbe essere un vero partito democratico, beh, significa che ci troviamo di fronte alla solita scelta all'italiana.
Un gran peccato.


3 commenti:

Domenico ha detto...

Che non sia stato un segno del destino?: il tuo successo, la tua popolarità, sono nati proprio con la "sconfitta" alle elezioni dei Giovani Democratici...
Cara Giulia, ci sono tantissimi giovani che confidano in te perchè la politica italiana cambi finalmente.
Avrai sempre il nostro supporto.

Giulia Innocenzi ha detto...

Grazie Domenico, andiamo avanti tutti insieme, prima o poi qualche cambiamento dovrà avvenire!

konnroy ha detto...

Ma quale segno del destino, sarò banale ma sei troppo carina, e credo che dovrebbero esserci dei limiti anche per questo.
Diamine, io voglio essere il tuo sledgehammer.

Link: U-Roy & Francois K. - Rootsman