8 marzo 2010

Chiedere scusa? Giammai!

Stefania Craxi propone una cosa sensata: che il Pdl chieda scusa per il casino delle liste e per l'immagine che hanno dato di sé davanti agli italiani.
Gaetano Quagliariello non è d'accordo:
significherebbe legittimare quella che sta diventando una tendenza pericolosa: sembra infatti che certi controlli non servano più a stabilire se sono state rispettate le regole della competizione, ma a dare il via a una corrida per incornare l'avversario che cessa di essere tale, ma diventa il nemico mortale da sconfiggere a colpi di timbri e formalismi.
Ha ragione Quagliariello, il Pdl deve andare avanti a testa alta.
Che vuoi che sia quello che è successo, solo formalismi.
Talmente poco si sono preoccupati, infatti, che hanno dovuto rimediare con un decreto che stabiliva che il Presidente della Lombardia deve avere i capelli brizzolati, e quello del Lazio la frangetta.
Su una cosa, però, sono d'accordo: se Marrazzo per la storia dei trans ha chiesto scusa niente popò di meno che al Papa, il Pdl, come minimo, deve chiedere scusa a Dio in persona.


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Peraltro a Formigoni il decreto non è servito, per completezza di informazione.

Marco Patruno ha detto...

Giulia, con tutto il rispetto ma chiedere scusa è una formalità che conta ben poco. Quello che mi sembra più grave è un aspetto che in questi giorni è stato sottolineato poco. Ossia, tutto questo non sarebbe successo se fosse stato coinvolto un partito o una lista piccola, dando di conseguenza un preciso messaggio a tutti noi. La legge e le procedure valgono soltanto per i pesci piccoli e i più deboli. Per i più grandi e forti vale la regola della deroga alla legge e delle procedure, lasciando il posto alla forza e prepotenza…

Giulia Innocenzi ha detto...

@Marco: assolutamente d'accordo con te sulla prepotenza e sulla legge dei grandi numeri, che se non ho scritto è senz'altro un mio pensiero.

Anonimo ha detto...

Chiedere scusa significa riconoscere i propri errori.
Bene ha fatto Stefania nell'evidenziare questo aspetto della vicenda, da non trascurare.
Ripristinare quel rapporto di fiducia con gli elettori attraverso l'ammissione dei propri errori, così come ha fatto in passato la sinistra...
Le regole valgono per tutti oppure no?
La destra le ha "violate" quelle
regole, regole che non sono mai state uguali per tutti e mai lo saranno.
I recenti avvenimenti e il passato parlano in modo elequente!
Chi ha il poter deve saperne fare buon uso, altrimenti diventa un "abuso".
Ubi maior minor cessat; questo è la locuzione modello che passa, purtroppo!
Chi ci va di mezzo sono sempre le fasce più deboli, così come la madre legge della natura ci ha sempre dimostrato...

Si incominciano a dare degli strani esempi, dove tutto può essere stravolto a proprio piacimento pur di raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissi.
Dove la regola non solo viene scavalcata e calpestata, ma dove addirittura ci si riesce a costruire attorno mille impalcature pur di raggirala a proprio piacimento.


E' questo l'esempio che passa ormai tra i giovani e chi si affaccia sempre più prepotentemente: il fine deve giustificare i mezzi in barba a qualsiasi precetto, norma o altro.

Se chi ci dirige non è all'altezza del proprio compito, se chi ci dirige non fa altro che sfornare cattivi esempi, mi dite voi quale modello di paragone avranno nel futuro le generazioni che ci seguiranno a ruota?

Che tristezza, ed è ancora più triste l'aver messo la museruola a programmi di intrattenimento quali Anno Zero e Ballarò che altro non sono che lo specchio dei problemi di un Paese sempre più in affanno.

Saluti
Giulio

Anonimo ha detto...

Forse "basterebbe" che si rendessero conto che chi è eletto non è un unto dal signore ma semplicemente un cittadino chiamato a svolgere un compito.
Persa o non recuperando questo concetto basilare, ogni altra questione diventa superficiale