6 aprile 2010

Carcere? Ma no, meglio pregare

L'ultimo caso di prete pedofilo giunge dagli Stati Uniti, o meglio, dall'India. Cioè, il prete era in Minnesota, ma guarda un po', dopo il fattaccio è stato rimandato nella sua parrocchia di origine, in India.
Si tratta del reverendo Joseph Palanivel Jeyapaul, e il fatto risale a sei anni fa.
Dall'International Herald Tribune:
Una ragazzina di 14 anni stava pregando dopo scuola in chiesa. Il parroco le disse di seguirlo nel presbiterio. Quando la ragazzina si rifiutò di toccargli i genitali, lui le rispose che stava commettendo un peccato e che "avrebbe potuto rendere la sua vita miserabile". Il parroco la spinse quindi sul divano, le toccò i seni e si tirò giù i pantaloni.
I documenti provano che il vescovo avvertì il Vaticano dell'accusa rivolta al parroco di aver molestato questa e anche un'altra ragazzina. Le due, infatti, riponevano la fiducia nell'uomo, che aveva promesso di discutere del loro desiderio di diventare suore.
Ora un avvocato distrettuale sta cercando di far estradare il parroco con l'accusa di aver forzato una ragazzina a fare sesso orale, e di aver minacciato lei e la sua famiglia.
E speriamo che la giustizia "umana" riesca a processarlo.
Quella "divina", infatti, ha prescritto al parroco un anno di preghiera in un monastero.
Viste le sue abitudini, sarà stata per lui una pena molto severa.
Ma non abbastanza, almeno per noi umani.



8 commenti:

Anonimo ha detto...

Non condivido i toni che hai usato, Giulia. Che la Chiesa abbia delle colpe nel non aver perseguito chi ha commesso questi reati, è fuori di dubbio. Tuttavia non credo si possa pretendere, e parlo solo dal punto di vista della pena, che la Chiesa si sostituisca giudiziariamente alla Giustizia "terrena". Al massimo cosa può fare? Ridurre allo stato laicale e denunciare, senza se e senza ma, i casi di cui viene a conoscenza. Dovrebbe fare questo e non lo fa, su questo non ci sono dubbi ma purtroppo questo non basta. Perchè non vengono perseguiti, dalla giustizia "terrena", allora i fiancheggiatori o coloro che hanno insabbiato? Non credo nè posso credere che costoro siano tutti cardinali o prelati del Vaticano (e quindi con relative immunità). La "nostra" giustizia come risponde difronte a questi fatti? Possibilità di patteggiamento, pene irrisorie (basta leggere l'articolo di ieri apparso su Il Fatto),il tutto ovviamente "aggravato" da una posizione connivente (non sempre, bisogna dirlo) proprio della Chiesa. Se la Chiesa facesse il suo dovere, siamo proprio sicuri che la Giustizia umana abbia sempre fatto - quando ha potuto - tutto il suo dovere? Siamo sicuri che la Giustizia umana abbia realmente i mezzi per combattere questo reato? Come mai nelle varie riforme della giustizia non si sente mai parlare di questi reati, se non marginalmente (tipo "questa legge non tocca i reati di pedofilia...")?

corrado ha detto...

trovo che la lettera di don Carron pubblicata a Pasqua da Repubblica sia un tentativo efficace di analizzare una situazione grave; molto più chiaro e corposo delle solite accuse. mi pare colga molto bene la complessità del tema e delle diverse visioni e prospettive

http://www.repubblica.it/esteri/2010/04/04/news/quei_peccati_dei_preti_ferita_profonda_bisogna_tornare_alla_lezione_di_cristo-3118225/index.html?ref=search

Giulia Innocenzi ha detto...

@Gianluca: è inaccettabile che la Chiesa nasconda, anziché consegnare questi signori alla giustizia. TI preoccupi dei miei toni quando dovresti preoccuparti dell'omertà delle chiesa e delle vittime che si sarebbe potuto evitare.

Anonimo ha detto...

@Giulia: la Chiesa ha sbagliato e sbaglia a non "aprire le sue porte" o a collaborare direttamente con la giustizia, su questo non ho dubbi e non voglio certo "scusare" un atteggiamento omertoso e complice. Anzi, come ho detto, mi sno stupito che a fronte di queste denunce non c'è stato mai il caso (o almeno non si ha notizia) di procedimenti penali per favoreggiamento, nei riguardi di altri sacerdoti che abbiano aiutato i preti-pedofili. Non mi è piaciuto il titolo "Carcere? ma no, meglio pregare": pur nella sua sinteticità e volontà provocatoria, non mi sembra corretto racchiudere così tutta la Chiesa o, meglio, i suoi appartenenti. Non tutti si sono comportati così neppure nelle sfere alte. La riluttanza a denunciare o trattare l'argomento, è vergognosa e inqualificabile, ma seppur ancor troppo timidi segnali ci sono che, certo, non si possono ridurre ad una semplice "condanna" a pregare.
Il caso dei legionari di Cristo, ripeto seppur ancora poco, è pur sempre un segnale che qualcosa si muove. Il problema è capire perchè a fronte di una denunciata intransigenza imposta dall'allora presidente della Congregazione della Fede (l'allora Card. Ratzinger), tutto si sia arenato o capire (non per giustificare, ovviamente) perchè si sia sentito il motivo di una linea "morbida". A me questa Chiesa non piace, senza se e senza ma, ma non trovo giusto accomunare tutto e tutti. Mi preoccupo, infatti, delle vittime ed è proprio per questo che non capisco non solo il tentennamento delle "Alte sfere" ecclesiastiche, ma anche il "mancato giro di vite" della giustizia umana che non impedisce ai pedofili di patteggiare e che non cambia aggrava le pene e che non vuole o non persegue chi, nel clero in primis, ha favorito questi soggetti. Se la Chiesa, rectius certa Chiesa non collabora, allora è il caso di "attaccare" anche quella zona grigia che colpevolmente e forse moralmente più sdegnosamente ha permesso questi scempi (il "salvataggio" dei pedofili). Non possiamo aspettare che siano solo i preti a fare il lor dovere, dobbiamo pretenderlo anche da chi ha i mezzi (modificare la legge) e da chi può pretenderne l'applicazione (magistratura).
Il mio non condividere i tuoi toni, quindi, non era non condividere la sostanza del tuo intervento.
Non c'è politico che possa stimare di più per la coerenza e sostanza delle sue battaglie.

corrado ha detto...

ecco, forse è questo il punto più importante, che non viene fuori molto spesso: "delle vittime che si sarebbe potuto evitare."

Anonimo ha detto...

E questo è colpa solo dell'atteggiamento omertoso (per non dire altro) della Chiesa?
Per i reati già consumati, c'è o ci dovrebbe essere la giustizia. Ma ora, per l'avvenire, cosa si può o si deve fare per prevenire?
Se nell'ambito della Chiesa, noi non possiamo metterci becco, se non indirettamente, in quanto non abbiamo i mezzi per cambiare le regole "canoniche", come "civili" cosa possiamo e dobbiamo fare?
Il politico potrebbe inasprire le pene ed evitare il patteggiamento, i magistrati perseguire i "fenomeni" di fiancheggiamento o concorso all'interno della Chiesa...o forse aspettiamo che tutto cambi grazie alla Chiesa?

corrado ha detto...

@ gianluca: io non credo che la chiesa non persegua la giustizia. solo non quella ordinaria. e forse prende pure provvedimenti per evitare che nuovi casi si ripetano. probabilmente è tutto dovuto a questioni di prospettive diverse; difficile però per gli uni comprendere la posizione degli altri.
ps. per quanto riguarda il "che possiamo fare", penso che già tenere alta l'attenzione su questi temi sia importante. che non significa fare crociate laiciste, che ritengo siano antiproduttive

Anonimo ha detto...

Infatti la Chiesa deve perseguire la sua giustizia e quella "terrena" deve fare il suo corso, aiutata anche da quella della Chiesa.
Per quello che "possiamo fare noi", era un invito a politici e istituzioni a non indignarsi solo o strapparsi le vesti davanti alle telecamere di uno dei tanti salotti televisivi, ma piuttosto ad impegnarsi concretamente nel proprio campo, per arginare qualsiasi possibile "scappatoia" legale per i pedofili