5 aprile 2010

Proprietà transitiva


A Sant'Onofrio, nel Vibonese, vendetta delle cosche dopo una direttiva della Diocesi che ha vietato loro di partecipare all'"Affruntata", il rito religioso di Pasqua.
Scusate l'ingenuità, ma se il parroco è in grado di identificare gli affiliati alle cosche e di escluderli dalle manifestazioni religiose, cosa impedisce le forze dell'ordine di sbatterli dentro?


3 commenti:

Max ha detto...

Non me la prenderei con le forze dell'ordine. Per mandare i mafiosi in galera ci vogliono prove. Se poi ci metti che la legge fa acqua da tutte le parti, capisci che mandare un mafioso in galera ci vogliono prove schiaccianti. Un paio di anni fa, il figlio "pericolosissimo" di un boss fu scarcerato perchè nell'istruttoria mancava un paragrafo. Questa è l'Italia...

Anonimo ha detto...

Stiamo Parlando di una realtà dove le persone si conoscono quasi tutte tra di loro e dove la 'Ndrangheta ha il "controllo" del territorio e l'omertà regna sovrana.

Paradossalmente le mafie temono di più il popolo che le istituzioni...

Se la gente si ribella, lo Stato interviene, viceversa non si muove foglia in Calabria..

Saluti
Giulio

Anonimo ha detto...

Il problema non è solo chi ancora delinque, ma anche chi o non ha più pendenza con la Giustizia ma sta "semplicemente" fiancheggiando un certo modo di fare o, più semplicemente, chi - senza far parte dell'associazione mafiosa, accetta passivamente la situazione. Fin quando ci saranno problemi a colpire anche queste "zone grige", non possiamo lamentarci dell'inerzia, non sempre colpevole, delle forze dell'ordine.