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15 aprile 2010

Dispiegamento di forze

Non si sa se c'erano più poliziotti per evitare l'assalto dei Radicali agli stati generali delle professioni o più membri degli ordini in riunione con Alfano.
All'appello hanno risposto Sinistra ecologia e libertà, Italia dei Valori e un Giovane Dem.
Fatto sta che l'incontro era blindatissimo, e noi potevamo vedere (e manifestare) solo da lontano il Ministero della giustizia.
Chissà di quali accordi segreti avranno discusso.
E qui l'audiovideo del sit-in per chi non c'era.



6 aprile 2010

Rivoluzione liberale (con muffa)

Il paese è bloccato, e con la crisi si è accentuato ancora di più un'emergenza che rischia di penalizzare un'intera generazione: i giovani non riescono a entrare nel mondo del lavoro. Chi è dentro cerca di difendersi da chi sta fuori, arroccandosi in privilegi e in barriere insuperabili.
Il ministro Alfano risponde all'emergenza e convoca gli stati generali delle professioni.
Ecco la visione di Angelino sulle riforme da affrontare:
L’abolizione delle tariffe minime, senza dare alcun beneficio ai cittadini, ha tutelato i più forti. Ed in generale ha danneggiato i professionisti italiani.
Ah sì? Ma di che professionisti italiani stiamo parlando? Quelli che attraverso una libera concorrenza emergono per qualità e competenza, oppure quelli che hanno bisogno di tutele corporative per approfittare della rendita di posizione?
Quello che bisogna garantire sono prestazioni efficaci e tariffe che siano semplici, comprensibili, eque e trasparenti. Sul come raggiungere questo obiettivo avremo modo di discutere. Ma lo faremo con regole moderne, al passo con la globalizzazione dei mercati.
Giusto Angelino, siamo tutti con te! Regole moderne e al passo con la globalizzazione! Forse, però, la tariffa minima ricorda più il Medioevo che non i grandi studi legali americani... Non sarebbe il caso di ripensarci? Consigliata la visione di Ally McBeal, potrebbe essere istruttivo.
Ascolterò le voci di tutti gli ordini e dopo un’attenta analisi proporremo delle riforme che siano in grado di tenere insieme la dignità ed il prestigio delle professioni insieme agli interessi del singolo cittadino. Come già abbiamo fatto per l’avvocatura.
Però Angelino, se per proporre le riforme ascolti "le voci di tutti gli ordini", e manco una di quelle dei consumatori, mi sa che prendiamo la strada sbagliata...
Con il finto intendimento di proteggere i cittadini le lenzuolate hanno penalizzato i professionisti italiani. E questo è un mondo che va rispettato, non punito. Perché è composto da oltre un milione di lavoratori che contribuiscono in modo decisivo a costruire la ricchezza del Paese.
Angelì, dimoselo: so' voti...
L’intenzione è di togliere tutte quelle regole che non servono ma creano solo ostacoli alla libertà e alla crescita dei cittadini, [perché] la democrazia non è una serie di divieti e di obblighi tra i quali fare slalom.
Uffa: una volta che dovreste dire che la sovranità è del popolo, che è quello che vota, non lo dite...
Perché non chiedete ai cittadini cosa pensano degli "ostacoli alla libertà" [dei professionisti]? Potremmo allestire dei bei gazebi in tutta Italia per consultare il popolo. Oppure il Berluska potrebbe aprire una chat su Facebook.
Angelino, l'impressione è che parliamo di libertà e di professionisti diversi.
La libertà che intendiamo noi è quella di concorrere a pari condizioni nella stessa professione, e non per quelli che lo studio ce l'hanno già, magari ereditato dal padre o addirittura dal nonno, ma per chiunque abbia il merito e la competenza per farlo.
Siamo sovversivi, me ne rendo conto.



8 febbraio 2010

Giustizia su ordinazione

Il ministro Alfano ha fatto il punto sullo stato attuale delle "riforme" della giustizia nel nostro Paese:
  • Legittimo impedimento (approvato alla Camera, ora al Senato):
    non è una legge ad personam, né pone Silvio Berlusconi al riparo dalla giustizia.
  • Immunità parlamentare (al momento al vaglio del governo - non dei parlamentari):
    l'espressione immunità è diventata un sinonimo di illegalità. Questa equazione va smontata.
  • Lodo Alfano bis:
    stiamo studiando l'approdo migliore. Non siamo dell'idea di improvvisare una soluzione.
  • Processo breve:
    non ha nessuna urgenza di essere approvato, però abbiamo intenzione di mantenere saldo il principio che i cittadini debbano sapere il momento in cui si è condannati o dichiarati innocenti.
  • Ddl Valentino, che mira a modificare la legislazione sull'uso dei pentiti:
    sono contrario a un intervento sulla legislazione in materia di pentiti oggi perchè rappresenterebbe un segnale di allentamento della tensione nel contrasto della criminalità organizzata, tensione che invece noi stiamo tenendo alta.

Che il processo breve, dal fine condivisibile ma dalle conseguenze e metodi devastanti, fosse solo lo spauracchio da sventagliare contro chi era reticente all'adozione di immunità e lodo Alfano? Guarda caso è stato calendarizzato il legittimo impedimento, con tanto di fax per costringere i parlamentari Pdl alla loro presenza, ma del processo breve non si sente più parlare, se non in lontananza, come reminder.
L'unica cosa certa è che degli interessi dei cittadini, manco l'ombra.