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18 ottobre 2011

Ogni fraintendimento è in malafede

A tutti quelli che mi danno della Capezzone e che vorrebbero fare intendere che la mia denuncia contro la violenza a Pannella è ambigua, incollo qui prima il mio stato, poi il commento che ha seguito. Perché non c'è bisogno di aggiungere altro: chi ha voluto fraintendere è in malafede (o distratto, che preferirei. Ma sarebbe comunque una distrazione in malafede). Stato: "La violenza degli indignati contro Pannella mi fa ribrezzo e va condannata. Ma se i cittadini ricevono messaggi distorti della politica radicale ne devono rispondere prima di tutto i Radicali". Commento: "La politica è anche simbolo e messaggio. Se non voti la sfiducia contro un ministro accusato di mafia e se rimani in aula mentre tutta l'opposizione è fuori, quello passerà, e non tutti cappelli che ci metti sopra. Dare la responsabilità ai media è come scoprire l'acqua calda dopo 60 anni di politica. Troppo facile". E se non siamo d'accordo tanto meglio, visto che mi hanno insegnato che è il bello della dialettica e del confronto democratico.


17 ottobre 2011

Non è il regime

La violenza degli indignati contro Pannella, che potete vedere in questo video, mi fa ribrezzo e va condannata. Ma se i cittadini ricevono messaggi distorti della politica radicale ne devono rispondere prima di tutto i Radicali.



9 dicembre 2010

Il regime dell'insulto


Questo video mette qualche dubbio sulla validità della tesi del "regime dell'informazione" che escluderebbe i Radicali: non è che invece i giornalisti non hanno voglia di farsi insultare e basta?


18 novembre 2010

Cosa fanno i parlamentari radicali il 14 dicembre?

Cioè, fatemi capire. Cado dalle nuvole, forse sono stata io disattenta.
Dichiarazione di Pannella:
Quando si riconosce carattere e dignità di interlocutore politico al più antico partito nato in Italia, che sia Bersani, Berlusconi, Bossi o Di Pietro, noi riteniamo non solamente utile ma anche necessario un dialogo costruttivo sull'immediato e sulle prospettive.
Compreso che:
  • I Radicali sono nonviolenti e usano il dialogo come strumento di lotta politica (giusto);
  • I Radicali sono contro la caduta del governo e il ritorno alle elezioni perché un governo dovrebbe esistere per la durata del mandato conferitogli dagli elettori (giusto);
  • I Radicali non sono ideologicamente "di sinistra" (giusto);
Che significa: "quando si riconosce carattere e dignità di interlocutore politico al più antico partito nato in Italia"? Che se il Berlusca domani lecca il culo a Pannella e gli ritira fuori la strunzata che per fare la rivoluzione liberale del '94 (hahaha) c'è bisogno di una forza liberale e libertaria come i Radicali, allora il 14 dicembre i parlamentari radicali voteranno la fiducia a Berlusconi?
No, perché se così fosse (e spero vivamente che qualcuno mi smentirà), la mia tessera radicale del 2011 rimarrà nel cassetto delle "cose che avrei voluto fare ma che mi hanno impedito di compiere".


10 luglio 2010

Per chi avesse ancora dei dubbi

Dallo status di Massimo Bordin su Facebook:

Tutto questo si poteva evitare, forse. O forse no. Nella prima ipotesi qualcuno si è sbagliato, è grave ma fino a un certo punto. Capita a tutti di sbagliare, passa l'angelo e dice amen. Dalla seconda ipotesi discendono delle conseguenze logiche. L'ineluttabile deve avere una spiegazione. Probabilmente sgradevole. Propendo per la seconda ipotesi. Come si dice in questi casi, spero di sbagliarmi.
Qui lo scambio Bordin-Pannella. Anche se su Radicali.it hanno ritenuto di mettere prima la lettera di Pannella, e di seguito, per concessione dello stesso Marco, la lettera di dimissioni di Bordin.
Per chi avesse ancora dei dubbi su come sono andate le cose.



19 aprile 2010

Virus

Al Comitato nazionale di Radicali Italiani ho espresso la mia contrarietà all'art. 3, comma 9, del regolamento Beltrandi, in cui prevedeva che le tribune politiche potessero essere trasmesse "anche in sostituzione" delle trasmissioni di approfondimento.
Ritengo infatti che i Radicali, contro la partitocrazia e le sue conseguenze nefaste sul paese, dovrebbero essere i primi difensori dell'informazione libera. E dell'informazione che non si ferma e non si arresta, neanche per fare spazio alle tribune: il diritto di cronaca non deve avere ostacoli.
Il discorso cambia se non si considerano Annozero, Ballarò, Porta a porta, etc., programmi di informazione: in tal caso la battaglia dovrebbe riguardare il trasferimento di quei programmi negli spazi della comunicazione politica (la differenza ha valore per la legge, che distingue fra comunicazione e informazione).
Con sorpresa ascolto il commento di Marco Pannella nella sua conversazione settimanale con Massimo Bordin:

Bordin: Tu dici: c'è stata un'unità, non sono emerse critiche sostanziali, non ci sono state posizioni contrapposte. Questo è sicuramente vero. Però, appunto, pescando, giusto per amor di dibattito e cercando spunti, un paio di cose forse si possono trovare. Da un lato la questione dell'informazione televisiva, un intervento di Giulia Innocenzi, che si è tirata diverse critiche, e la questione ancora della proposta di regolamento, poi approvata, da parte della Commissione di vigilanza, su stesura di Marco Beltrandi. Ha creato un po' di dibattito, a un certo punto, ecco.

Pannella: Sì. Io l'ho trovato evocato in due o tre interventi al massimo. Cioè sul piano di non avere forse calcolato le reazioni.

Bordin: Io ne ho citato uno solo, quindi figuriamoci.

Pannella: Sì, tu dicevi giustamente. Ma io dico forse altri due o tre. Però, diciamo che Giulia Innocenzi era in un contesto così che ha fatto dire ad altri, a alcuni compagni negli interventi successivi, che si sapeva che spesso può accadere che se si pensa di inserire un virus in altri corpi, poi ci si accorge che è l'altro corpo che si immette nel nostro. Ed è francamente cosa che a proposito di Giulia Innocenzi io mi sento tranquillamente, in proprio, di dire che questa osservazione è a iosa legittimata. Per l'intervento nel suo complesso. Ma infatti, devo dire lo ritenevamo in molti piuttosto scontato e non vale la pena, appunto, di dargli troppo valore. Però fai bene a sottolineare anche questa osservazione, che è stata fatta.

Bordin: Era solo per cercare così degli spunti. Poi passiamo naturalmente ad altro.
Unica riflessione: ma a cosa serve un comitato se non a discutere di posizioni, in quanto tali potenzialmente divergenti, che fanno crescere il movimento attraverso il confronto?
Basta così poco, e cioè la critica al regolamento Beltrandi, per essere considerati un corpo estraneo?
Ritengo, e porto avanti questa posizione, che i Radicali siano all'altezza di un confronto più acceso e ad ampio raggio rispetto agli altri partiti: è questa la nostra ricchezza.
E questo è quanto ho da dare.
P.S. Tutto ciò che è stato trascritto sopra potrebbe essere sovvertito se quell'"in proprio" fosse "improprio", come ha trascritto Radio Radicale. Riascoltandolo, e inserendolo nel contesto, tuttavia, sembra proprio essere "in proprio". Anche perché altrimenti la frase non avrebbe senso.



19 marzo 2010

Comizio

Per tutti i nostalgici della politica di piazza, quella senza panino e voucher in allegato (ogni riferimento a sabato è puramente casuale), l'appuntamento è oggi alle 17.30 a Campo de' Fiori: Pannella, Bonino, Staderini e tutti i candidati della lista Bonino Pannella di Roma.
E poi (propongo io) aperitivo!



2 febbraio 2010

Berlunella

Marco Pannella:
Il problema più urgente, in assoluto, di politica internazionale, è oggi quello del Medio Oriente, quindi di Israele. Qualsiasi accordo di pace che dia al mondo arabo, non dico palestinese, ulteriori posizioni di forza finirebbe per rappresentare una ipoteca di guerra continua, anche civile.
Bisogna avere presente che Israele è la testa di ponte della democrazia, dei valori e delle istituzioni democratiche in quel subcontinente: la soluzione è che Israele sia, ad ogni effetto, rapidamente, uno degli Stati dell’Unione Europea, sicché il suo territorio, da quel momento, diventa territorio dell’Ue e le sue leggi possano essere assicurate anche sul territorio di Israele di fronte a un mondo arabo che le nega. O Israele, in breve tempo, diventa Stato dell’Ue o, l’unica alternativa, è che diventi nuovo Stato americano, una nuova stella.
Avevo espresso analoga convinzione nel 1986 per quel che riguardava la Jugoslavia di allora, rispetto all’Ue: non fui ascoltato. Adesso credo sia il momento di nuovo di dire questo. La difesa dello Stato di Israele è una pregiudiziale necessaria della politica internazionale di quello che ancora sono le democrazie occidentali.
Silvio Berlusconi:
Portare Israele tra i paesi dell'Unione europea



22 gennaio 2010

Che succede a Emmatar il 1° febbraio?

Istruzioni per l'uso: guardare, diffondere, aspettare.


20 dicembre 2009

Le nostre storie

Non mi devo neanche scomodare io stessa, basta che citi Fabio Fazio: "Comunque la si pensi, meno male che c'è Marco Pannella".
Per chi ama la Politica, ma anche per chi vuole conoscere un po' della storia del nostro Paese, sotto il racconto di Pannella a Che tempo che fa di ieri.
Perché è uscito il suo libro, "Le nostre storie sono i nostri orti (ma anche i nostri ghetti)". Per chi non sa cosa regalare per Natale, io che al momento ne ho letto alcune parti, lo consiglio.