

Mi piace vederlo quando fa soffrire Bondi, mi ricorda er Canaro quando chiudeva in gabbia le sue vittime e gli praticava dolorosi tagli. Mi esalta quando prende a calci Brunetta, realizzando il sogno di milioni di fannulloni.Che tocca fà per campà...
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Misogino è forse riduttivo, credo che Tremonti non sopporti nemmeno i bambini, ma ho forti dubbi anche sui vecchi e in genere sugli adulti. È insofferente verso il prossimo anche se si sforza di non darlo a vedere.
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Se gli propongono una escort, Tremonti chiede quanti chilometri fa con un litro. Se lo invitano al compleanno di una ragazza, le manda una copia del suo libro La paura e la speranza, ma poi non si presenta al festino; in compenso le manda la visita fiscale. Se gli infilano una bella zoccola nel letto, ordina la derattizzazione. Se gli fanno ingurgitare con l'inganno una pillola di viagra, al più gli scompare la erre moscia.
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Mi rendo conto che è riduttivo definire Tremonti semplicemente anti-italiano. Più giusto sarebbe definirlo disumano, e lo dico come un complimento. Il genere umano non è il suo genere preferito. Tremonti è un incrocio ben riuscito tra un elettrodomestico e un extraterrestre.
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Standogli vicino ebbi l'impressione che usasse il baygon come brillantina per i capelli e il flit come deodorante. Non credo invece che Tremonti usi il dopobarba perché non mi pare che cresca la barba sul suo volto, al più si deposita un leggero pulviscolo, come sui display della tv e del computer.
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Devo scusarmi infine con il ministro se ho messo in giro una scabrosa diceria anatomica su di lui, che sta circolando con incresciosa insistenza: nel corso di una cena insinuai che Tremonti al posto degli organi genitali avesse un euro. E che da bambino, invece, avesse la lira tra le gambe. Niente malizie, alludevo solo a un caso di deformazione professionale.
Davvero un fulgido esempio di equilibrio giornalistico, se si considera che, puntualmente addestrata dai suoi «maestri», la giovane promessa d’imparzialità, Giulia Innocenzi, se ne sta proprio tra quel pubblico con il compito di organizzare fischi e lazzi all’indirizzo degli ospiti di centrodestra e applausi naturalmente per tutti gli «allineati».
COM'E' DIFFICILE PORTARE A CENA GIULIA. Bolsena, provincia di Viterbo. In un ristorante di cucina tipica di questo paesino di 4mila anime dovrebbe aver avuto luogo, o avrà luogo, o sta avvenendo proprio adesso, una cena molto chiacchierata: quella tra la bionda «santorina» Giulia Innocenzi e Andrea Di Sorte, giovane coordinatore dei club della libertà. Il giallo sulla cena parte il 4 dicembre scorso, quando Di Sorte, ospite ad «Annozero» per presentare il «Sì-B Day», in una pausa dalle riprese avrebbe invitato la Innocenzi a cena nel suddetto ristorante, di proprietà della sua famiglia. Il giallo si intrica il giorno dopo, il 5, quando Pierre de Nolac scrive su ItaliaOggi che alcuni dei presenti in studio quella sera «giurano» che la Innocenzi dopo la trasmissione è andata a cena con Di Sorte. Dagospia il giorno dopo rilancia l’indiscrezione, e il giorno dopo ancora, e siamo al 7, la Innocenzi dal suo blog lascia intendere di non essere andata a cena con Di Sorte, ammettendo però che, nel caso, è sicura che «sarebbe di ottima compagnia». Che storia: più intricata di un editoriale di Travaglio.
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