Visualizzazione post con etichetta elezioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta elezioni. Mostra tutti i post

15 maggio 2011

A Rimini il mio voto (dissociato)

Purtroppo della politica riminese non so molto, ma solo le cose basilari: ha sempre governato la sinistra, e cioè il Pd. Ora, non è che le cose nell'amministrazione di Rimini vadano malissimo, ma neanche molto bene: ogni tanto quando ti fai il bagno in mare ti ritrovi accerchiato dalla merda gettata lì dentro dagli alberghi, gli imprenditori costruttori sono grandi amici degli amministratori, con tutte le conseguenze sul verde della città, e gli eventi culturali - eccetto le ottime mostre del Castel Sigismondo e la riapertura delle rovine romane della casa del medico - lasciano un po' a desiderare.
I Radicali a Rimini non sono candidati, e questo lascia davanti a me una prateria. Per informarmi ho chiesto sia agli amici radicali, sia agli amici amici, che ne pensassero dei candidati. Tutti erano d'accordo su un punto: che il candidato sindaco del Pd, tale Andrea Gnassi, brilli soltanto per una carriera lineare all'interno del Pd e nelle istituzioni in cui ha precedentemente lavorato. Un uomo di partito, insomma, che però ha scelto come slogan la seguente frase: "voltare pagina". Scelta molto infelice, se si considera che in queste elezioni è proprio lui l'elemento di continuità. E queste informazioni mi bastano, almeno per il primo turno, per non votarlo. Chiaramente Gnassi è vittima anche del mio voler impartire una lezione al Pd, e quindi non se ne voglia troppo.
Altri mi hanno detto che proprio per segnare un taglio netto con il passato avrebbero votato per il candidato del Pdl, Gioenzo Renzi, uno che lavora in banca e che in politica ha fatto strada nell'MSI: si candida sempre a ogni elezione, ben consapevole che tanto non ce la farà. Questa scelta, però, mi sembra molto superficiale: è lo stesso Berlusconi ad aver detto che queste non sono elezioni amministrative, bensì un test nazionale, ed è quindi lui che le ha trasformate in un referendum sulla sua persona. E come si fa, dopo il bunga bunga, la Minetti (riminese) e le accuse di terrorismo ai magistrati che rischiano la vita per garantirci giustizia, a votare ancora per lui? No, se così stanno le cose, preferisco tenermi 1000 burocrati di partito del Pd, che non il Renzi che viene dalle banche.
E allora, cari amici, tolti di mezzo i due big, la mia scelta alla fine va come segue:
Candidato sindaco: Fabio Pazzaglia, di SEL.
Candidato consigliere comunale: Ciri Ceccarini, di FLI.
Fabio Pazzaglia era consigliere comunale con il Pd, ma dopo dissensi su cementificazione e inquinamento se n'è andato. E' su una sedia a rotelle a causa della distrofia muscolare, e nonostante questo è impegnatissimo sia in politica che in cooperative che aiutano i disabili. Non sono una fan di SEL, soprattutto se penso che ci sono molti reduci di Rifondazione comunista, ma altre due liste di vetero-comunisti appoggiano altri candidati, e Pazzaglia è uno che ha dimostrato sul campo che non si piega ai compromessi e che si batte per una Rimini più verde. Anche il suo programma è convincente.
Al consiglio comunale, invece, vado per Ciri Ceccarini: cantautore, attivista omosessuale, vittima due anni fa di un'aggressione omofoba, ha dichiarato: "Voglio battermi per i più deboli, per gli anziani e gli extracomunitari. Sono rimasto affascinato da Futuro e Libertà perché è di stampo liberal, europeo, giovane". E poi dare un po' di vigore a FLI, che qualche errore l'ha pure commesso, ma che ha dato lo sgambetto iniziale al PDL cui ha seguito il suo inesorabile declino, male non fa. E in una città a quasi-monopolio rosso, un po' di alternanza è solo sale per la democrazia.
Infine, so che i grillini faranno un risultato enorme a Rimini, e so che sono molto attivi nella città. Li ringrazio per la vitalità che stanno portando in questi ultimi anni alle elezioni e per l'esperimento di democrazia partecipativa che sostengo fortemente e che, come ha detto Celentano, costituisce il futuro. Ma io non posso dare la mia fiducia a chi quotidianamente getta merda sulle istituzioni, inneggia alla violenza ("non fateci incazzare che poi sono guai, avete capito?! State attenti!") e denigra il confronto politico perché lui fa solo "monologhi". Per me il problema dei grillini è proprio Grillo, e che loro mi rispondano che lui non è il leader, ma che "lo siamo tutti noi", è una grandissima falsità. Basta leggere l'art. 3 del "non-statuto": "Il nome del MoVimento 5 Stelle viene abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso".
Tutto il resto è noia. Buon voto!



10 gennaio 2011

E' fatta.

Comunicato ufficiale di Mediaset: esclusi i 3 concorrenti del Grande Fratello che hanno bestemmiato. Ad aprile si vota.


26 maggio 2010

Gente perbene a candidatura unica


La democrazia del futuro: semplice, fruibile, veloce.
Forse questo è lo slogan del candidato sindaco di Ribera, ridente cittadina dell'Agrigentano di 20.000 abitanti, che in pratica è il candidato unico alle elezioni che si terranno il 30 e il 31 maggio.
Sì, ragazzi, avete capito bene. Per una serie di giochetti dell'ultimo minuto, Carmelo Pace (Udc), è candidato sindaco contro un altro dell'Udc, Lillo Smeraglia, suo "migliore amico" (proprio a detta di Pace). Voi direte: vabbè, l'amicizia un giorno c'è, il giorno dopo non c'è più, soprattutto quando si tratta di raccattare voti. Però i parenti restano: e fa impressione leggere nella lista di appoggio al grande oppositore Smeraglia la moglie, la mamma e il cognato dell'altro candidato, Pace.
Perché tutto questo casino di liste, che evidentemente avrebbe attratto l'attenzione anche da fuori Agrigento? Pace voleva proprio essere sicuro di vincere, e anziché rimettersi al dettato della legge, che prevede che il candidato unico, per poter essere eletto, deve ottenere il 50+1 degli aventi diritto al voto che effettivamente si recano alle urne, ha preferito avvalersi del candidato fantoccio. Lo ammette lui stesso nel video che vedete sopra. Vi prego di ascoltare l'intervista, perché è un incredibile esempio di mistificazione della realtà (cui siamo abituati ad assistere da un po' di tempo a questa parte).
Se volete vedere chi sta lanciando il proprio grido di allarme, guardate qui.
Comunque, non preoccupatevi per il povero candidato unico: è nipote dell'on. Ruvolo (deputato e vice-segretario regionale Udc) e appoggiato dal deputato regionale Udc Totò Cascio, che è modestamente indagato per mafia (ma non chiedetegli che ne pensa, perché potrebbe rispondevi come ha fatto con questo giornalista - non sono scene degne di un paese civile).
Il candidato unico Pace ha ragione: "per risollevare Ribera c'è bisogno di gente perbene".
Buon lavoro.

E in bocca al lupo a Gaetano Montalbano e a tutti i ragazzi che con lui stanno cercando di fare un po' di attirare un po' di attenzione per non rimanere nelle mani di questa gente.


16 aprile 2010

Averceli così

John Fitzgerald Kennedy:
Nelle elezioni del 1860, Abraham Lincoln disse che la questione era se la nostra nazione potesse esistere metà in schiavitù e metà in libertà. Nelle elezioni del 1960, con il mondo che abbiamo intorno a noi, la domanda è se il mondo possa esistere per metà in schiavitù e per metà in libertà. Se andrà quindi nella direzione della libertà, quella della strada che noi stiamo prendendo, o se andrà verso la schiavitù.
Io penso che dipenderà in gran parte da quello che faremo noi negli Stati Uniti, sul tipo di società che costruiremo, sul tipo di forza che saremo in grado di mantenere.

Nick Clegg:
Credo che come stiano le cose oggi non è come dovrebbero essere. Sentirete questa sera da questi signori che l'unica scelta che potete fare è fra due vecchi partiti che hanno governato per anni. Io sono qui per convincervi che c'è un'alternativa. Io penso che abbiamo una fantastica opportunità per fare le cose diversamente, per una volta. E se facessimo le cose diversamente, potremmo creare la società giusta che tutti vogliamo: un equo sistema fiscale, una scuola migliore, un'economia libera da avidi banchieri, e una politica aperta e decente. Questi sono i cambiamenti in cui credo. Non starei qui stasera se non credessi che tutti questi cambiamenti sono possibili. Non fatevi dire da nessuno che l'unica possibilità è la vecchia politica. Questa volta possiamo fare qualcosa di nuovo, di diverso. Questo è quello che i Liberaldemocratici hanno da offrire.



8 aprile 2010

Labservative


Ecco a voi la campagna dei Labservative, un ibrido conservator-laburista creato dai liberaldemocratici, il terzo incomodo britannico che da qualche tempo è riuscito a rompere il bipartitismo d'Oltremanica.
Abbiamo avuto 65 anni per governare. Cosa volete che siano altri 5?
La campagna elettorale britannica promette bene in quanto a spunti per il rinnovamento di cui parlavamo ieri, e magari anche per i Radicali, che non fanno distinzioni fra Pd e Pdl quando c'è da denunciare il regime.


11 marzo 2010

Autocoscienza dell'elettore

Gordon Brown a La Repubblica di oggi:
Gli elettori devono chiedersi se vogliono un leader che dice quello che è necessario dire, non quello che alla gente piace sentire.
Ecco, raccogliamo la sollecitazione di Brown: per una volta tanto rivolgiamoci agli elettori, anziché a Berlusconi. Sono loro, infatti, che hanno il potere di decidere chi deve governare, e non viceversa.
Un concetto semplice semplice che ogni tanto non siamo in grado di recepire.



22 dicembre 2009

Roba dell'altro mondo

E ancora una volta ci troviamo a volgere il nostro sguardo pieno di speranza Oltremanica.
Gordon Brown, David Cameron e Nick Clegg hanno stretto un accordo per dare vita ai primi dibattiti fra i candidati a Primo ministro che si terranno nel corso della campagna elettorale del prossimo anno fra i leader dei tre più importanti partiti britannici: i dibattiti dureranno 90 minuti ciascuno e si alterneranno su ITV e SKY, con il gran finale su BBC.
Ciò che balza agli occhi dell'italiota sottoscritta è che:
  • Cameron, ormai dato per certo come vincitore, ha deciso comunque di confrontarsi con gli altri candidati, aiutando di fatto il malconcio Brown. Che in Gran Bretagna sia più importante l'interesse degli elettori che dei candidati?
  • I Liberaldemocratici di Clegg vengono di fatto legittimati nella rosa dei partiti più importanti nel paese del bipartitismo per eccellenza. Clegg ha dichiarato: "Dopo un anno terribile per i politici a causa dello scandalo dei rimborsi, questi dibattiti sono un'opportunità per avvicinare nuovamente le persone alla politica".
  • Lo staff laburista che si occupa della campagna elettorale è stato mandato in missione negli Stati Uniti per parlare con produttori tv e con esperti del Partito democratico (ammerigano). Si dice che in quei giorni Pierluigi Bersani sarà a Gambettola alla fiera dell'insaccato.
  • Si pensa che i dibattiti saranno effettivamente seguiti. Cioè, questi dibattiti, che effettivamente saranno guardati da milioni di persone, dovranno sottostare a delle regole. Un po' come quello che succede da noi sotto elezioni, quando ci offrono quei pacchetti confezionati in stile tele Kabul, quando ascolti le proposte per il paese del Partito dei pensionati, anche detto il No euro (erano insieme, no?) e quando scopri che in Valle d'Aosta hanno un loro partito, che però alle europee sta insieme all'Italia dei Valori.
Insomma, roba dell'altro mondo. Ah no, è di questo.
Beh, non era in Gran Bretagna che hanno smesso di cercare i marziani? Forse perché si sono accorti che sono loro. O che siamo noi?