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15 luglio 2010

Cappato giustizialista?

Scusate se insisto sul punto, ma la questione della pubblicazione delle intercettazioni mi sembra dirimente per i Radicali, che oscillano fra il diritto alla riservatezza e la libertà di stampa: alcuni di noi vogliono preservare il primo a tutti i costi, altri ritengono preponderante la seconda.
Cappato ha chiesto le dimissioni di Formigoni, rifacendosi direttamente alle sue telefonate intercettate:
Se il Presidente della Lombardia Roberto Formigoni avesse senso dello Stato e delle istituzioni dovrebbe rendere conto del fatto di aver scelto, contro il ricorso radicale della Lista Bonino-Pannella, di affidarsi non alle sole armi del diritto e dei fatti, ma di “far camminare” (espressione di Formigoni, stando alle intercettazioni) oscuri figuri impegnati in metodi goffamente banditeschi.
Secondo i radicali più "liberali", quelli per cui bisogna aspettare l'ultimissima sentenza dell'ultimissimo giudice e viene prima il diritto alla riservatezza della persona coinvolta, che non il diritto a essere informato del cittadino, Cappato con la richiesta di dimissioni di Formigoni non si connota quindi come un giustizialista forcaiolo che non rispetta la privacy del Presidente della Lombardia?
Allora, amici liberali, come la mettiamo?
Con Formigoni tutto è concesso, mentre per gli altri no?



14 luglio 2010

Manovra dolosa

Roberto Formigoni intercettato:
Io mi sono arrabbiato con lui [Angelino Alfano], gli ho detto perché, anche perché sabato lui si era impegnato, gli ho detto "guarda che è il nostro capo che ha bisogno di una cosa del genere" [che sia accolto il ricorso per la Lista Formigoni]... Sì, sì, faccio, faccio, poi invece... A questo punto a me sembra che è chiaro che la cosa non si fa.
Sempre Formigoni sull'esclusione della Lista Formigoni dalle regionali (poi riammesse dal Tar), questa volta in pubblico:
Manovra ordita da più soggetti per impedire dolosamente la presentazione delle nostre liste. [La Corte d'Appello di Milano ha compiuto una grave irregolarità], lasciando nelle loro [dei Radicali] mani [le firme] più di dieci ore senza avvisarci.
Che dite, se quei giudici si fossero fatti corrompere dalla nuova P2, sarebbero stati gli unici NON politicizzati?




13 luglio 2010

O' vuoi capiscere o no?

Luca Palamara, Presidente dell'Anm, a La Stampa:
Noi riteniamo che il vero problema in materia di intercettazioni sia quello di trovare un rimedio alla diffusione di materiale non pertinente alle indagini. Ciò si può realizzare mediante la previsione di un'udienza filtro nella quale le parti - di fronte a un giudice terzo - possano discutere di ciò che è irrilevante rispetto a ciò che non lo è. Questo è il punto cruciale sul quale occorrerebbe concentrarsi per meglio tutelare la privacy, senza fare regali alla criminalità.
Si potrebbe obiettare a Palamara che se in passato avessero allungato qualche intercettazione in meno agli amici giornalisti, tipo gli sms fra Ricucci e Falchi, magari oggi non ci sarebbe questo tentativo di stretta legislativa.
Appurato questo, i garanti della privacy che ne pensano di quest'ultima proposta? Non va bene neanche questa?
No, perché se siete contrari anche alla pubblicazione di cose del tipo:
E' iut buono pecché noi li abbiamo ricattati.
Pecchè se n'te fànn a te, eh, pulito pulito...
Ormai guagliò ti è spianata la via per i' a fà o' ministro, o' vuoi capiscere o no?
Allora siete voi che non rispettate l'equilibrio fra la loro esigenza di riservatezza e la nostra esigenza di sapere.
Tanto, non si capisce comunque 'na minchia.



12 luglio 2010

Le pubblichiamo o no?

Mi rivolgo agli amici liberali, quelli con cui mi confronto in questi giorni sul tema delle intercettazioni, visto che molti di loro sono a favore del ddl intercettazioni nella parte in cui si stabilisce che queste non vadano pubblicate, mai.
Prendiamo ad esempio quello che ha detto Bocchino:
Sarà quello che verrà fuori che porterà Verdini a dimettersi: noi abbiamo visto finora solo una parte delle intercettazioni, quella relativa alle responsabilità addebitate agli altri indagati. Ma quando emergeranno le intercettazioni, è difficile che riesca a resistere. [...] Credo che ci sia ben poco dal punto di vista penale, ma per il resto pongono un grave problema di opportunità.
Bocchino si riferisce all'inchiesta sull'eolico in Sardegna, dalla quale Verdini (fanno sapere dal suo staff) non avrebbe ricevuto neanche un avviso di garanzia. E' lo stesso Bocchino, infatti, a specificare che forse dal punto di vista penale non c'è niente. Infatti, una cosa sono le inchieste giudiziarie, una cosa l'opportunità politica: non tutto ciò che in politica è deprecabile e a dir poco sconveniente è penalmente perseguibile.
Ora, secondo gli amici liberali, queste intercettazioni non andrebbero pubblicate. Fra poco potrebbero essere accontentati: il 29 luglio partirà la votazione alla Camera e il ddl intercettazioni potrebbe diventare legge.
Cosa succederebbe a quel punto? Molto probabilmente, quello che Bocchino ha potuto leggere "nelle 60 pagine del gip" verrebbe trasferito in un riassunto redatto da non si sa chi, e soprattutto vicino a chi, e pubblicato solo alla fine delle indagini. Il che significa che Verdini intanto continuerebbe a farsi gli affaretti suoi e di quella che si delinea come la nuova P2, riuscirebbe forse a destituire un rispettabile uomo delle istituzioni per un Cosentino condannato per camorra qualsiasi, e a farsi un sacco di soldi in altre imprese tipo quella dell'eolico mettendo i soldi nella sua banca, rimanendo ovviamente coordinatore del Pdl e deputato della Repubblica. Tutto ciò assolutamente indisturbato e con un'opinione pubblica all'oscuro di tutto.
Allora, amici liberali, non è proprio la libertà di stampa il diritto fondamentale che porta al compimento dell'einaudiano "conoscere per deliberare"?
Non abbiamo ancora imparato la lezione dei padri costituenti americani, che con le parole di Jefferson già duecento anni fa ritennero che:
Il nostro primo obiettivo dovrebbe essere dunque, di lasciare aperte all'essere umano tutte le vie che portano alla verità
?
No perché, amici liberali, potete sempre decidere di preferire Berlusconi a Jefferson, quando dice che:
La libertà di stampa non è un diritto assoluto.
Sono liberale anch'io, e qualcosina me l'hanno fatta pure studiare. Questa storia della "riservatezza" non si regge in piedi, e fra Jefferson e Berlusconi, mi sa tanto che è più liberale il primo.
Allora amici liberali, ancora convinti che queste intercettazioni non vadano proprio pubblicate?



24 giugno 2010

Ah, indignazione che se ne va...

Silvio Berlusconi a Giancarlo Innocenzi:
Basta, finiamola con questo scandalo. Quello che bisogna concertare è che la vostra azione permetta di chiudere la trasmissione [Annozero].
Nota dell'Agcom:
Il presidente Corrado Calabrò ha comunicato al Consiglio che il dottor Giancarlo Innocenzi Botti ha presentato le dimissioni da componente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e che di ciò va data informazione al presidente del Senato per i provvedimenti di competenza.
Silvio Berlusconi: siede ancora tranquillo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, noncurante dello scandalo uscito dall'inchiesta di Trani. E coperto dal legittimo impedimento.
Il tassello mancante, in questa storia, non è tanto la giustizia, ma l'opinione pubblica, che in Italia, ormai, ha perso il gusto di indignarsi.


15 giugno 2010

Marzulliamo

Gianfranco Fini, si faccia una domanda e sia dia una risposta:
Perché tanta fretta sulle intercettazioni, perché correre tanto prima delle vacanze estive come se ci fosse qualche nemico da combattere?
La prendiamo anche come risposta.


21 maggio 2010

So' arrivati li ammerigani


Non vogliamo che succeda niente che impedisca ai magistrati italiani di continuare a fare l'ottimo lavoro fatto finora.

Se addirittura sono costretti a scendere in campo gli americani, vuol dire che l'abbiamo fatta fuori dal vaso.