
Mi rivolgo agli amici liberali, quelli con cui mi confronto in questi giorni sul tema delle intercettazioni, visto che molti di loro sono a favore del ddl intercettazioni nella parte in cui si stabilisce che queste non vadano pubblicate, mai.
Prendiamo ad esempio quello che
ha detto Bocchino:
Sarà quello che verrà fuori che porterà Verdini a dimettersi: noi abbiamo visto finora solo una parte delle intercettazioni, quella relativa alle responsabilità addebitate agli altri indagati. Ma quando emergeranno le intercettazioni, è difficile che riesca a resistere. [...] Credo che ci sia ben poco dal punto di vista penale, ma per il resto pongono un grave problema di opportunità.
Bocchino si riferisce all'inchiesta sull'eolico in Sardegna, dalla quale Verdini (fanno sapere dal suo staff) non avrebbe ricevuto neanche un avviso di garanzia. E' lo stesso Bocchino, infatti, a specificare che forse dal punto di vista penale non c'è niente. Infatti, una cosa sono le inchieste giudiziarie, una cosa l'opportunità politica: non tutto ciò che in politica è deprecabile e a dir poco sconveniente è penalmente perseguibile.
Ora, secondo gli amici liberali, queste intercettazioni non andrebbero pubblicate. Fra poco potrebbero essere accontentati: il 29 luglio partirà la votazione alla Camera e il ddl intercettazioni potrebbe diventare legge.
Cosa succederebbe a quel punto? Molto probabilmente, quello che Bocchino ha potuto leggere "nelle 60 pagine del gip" verrebbe trasferito in un riassunto redatto da non si sa chi, e soprattutto vicino a chi, e pubblicato solo alla fine delle indagini. Il che significa che Verdini intanto continuerebbe a farsi gli affaretti suoi e di quella che si delinea come la nuova P2, riuscirebbe
forse a destituire un rispettabile uomo delle istituzioni per un Cosentino condannato per camorra qualsiasi, e a farsi un sacco di soldi in altre imprese tipo quella dell'eolico mettendo i soldi nella sua banca, rimanendo ovviamente coordinatore del Pdl e deputato della Repubblica. Tutto ciò assolutamente indisturbato e con un'opinione pubblica all'oscuro di tutto.
Allora, amici liberali, non è proprio la libertà di stampa il diritto fondamentale che porta al compimento dell'einaudiano "conoscere per deliberare"?
Non abbiamo ancora imparato la lezione dei padri costituenti americani, che con le parole di Jefferson già duecento anni fa ritennero che:
Il nostro primo obiettivo dovrebbe essere dunque, di lasciare aperte all'essere umano tutte le vie che portano alla verità
?
No perché, amici liberali, potete sempre decidere di preferire Berlusconi a Jefferson, quando
dice che:
La libertà di stampa non è un diritto assoluto.
Sono liberale anch'io, e qualcosina me l'hanno fatta pure studiare. Questa storia della "riservatezza" non si regge in piedi, e fra Jefferson e Berlusconi, mi sa tanto che è più liberale il primo.
Allora amici liberali, ancora convinti che queste intercettazioni non vadano proprio pubblicate?