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16 dicembre 2009

Che politica scegli?

Vittorio Feltri nel suo editoriale di oggi se la prende con Gianfranco FIni (ma dai?!).
Sul Giornale scrive:
La pace e la concordia sono durate un sol giorno, come le farfalle. Gianfranco Fini, dopo aver abbracciato lunedì Silvio Berlusconi, nel suo letto di dolore, ieri gli ha ammollato uno schiaffo a distanza, tanto per fargli capire che un conto sono i rituali da capezzale e un altro è la politica. Infatti, [... ieri] il Presidente della Camera con la sua aria da gran cerimoniere ha [detto]: "Quella del governo [di mettere il voto di fiducia sulla Finanziaria] è una decisione legittima ma deprecabile, perché di fatto impedisce ai deputati di esaminare gli emendamenti".
Sono d'accordo con Feltri: un conto sono i "rituali da capezzale", un altro è la "politica".
Il problema, qui, è proprio cosa si intende per politica. E' chiaro che per Feltri politica vuol dire sottostare ai comandi del capo, mantenere una linea unica, totalizzante, che non permette il dissenso. Addirittura l'empatia per la sofferenza personale, nonché la solidarietà politica, dovrebbero spegnere le opinioni personali a beneficio della "retta via", che è quella unica, che vuole tutti nella stessa armata, in fila, compatti.
Dall'altra, invece, c'è una visione della politica plurale, di confronto che è per forza scontro, di una crescita che viene dallo scambio. Per portare avanti questa politica Fini si è beccato del "comunista".
Decidete voi quale delle due versioni considerate più propriamente "politica".