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30 novembre 2009

L'imbarazzo della scelta

Fra i due, Marrazzo ha deciso di chiedere scusa al primo.
Peccato che sia il secondo ad esserci rimasto secco.


29 ottobre 2009

Patto fra gentiluomini

Berlusconi nell'"attesissimo" libro di Bruno Vespa:
Ho visto il video [di Marrazzo], ho allungato la mano sul telefono e ho chiamato il presidente Marrazzo. Gli ho detto che c’erano sul mercato delle immagini in grado di nuocergli, gli ho dato il numero dell’agenzia che aveva offerto il video e lui mi ha cordialmente ringraziato... Ho fatto tutto il contrario di come si sarebbe comportato qualche esponente della sinistra.
A me sembra che abbia fatto il contrario di quello che avrebbe dovuto fare un Presidente del Consiglio: denunciare un episodio di estorsione a danno di un uomo delle istituzioni.


28 ottobre 2009

Figlia di interessi

Silvio Berlusconi, con la scarlattina, chiama Ballarò in diretta:
Ho saputo del video [di Marrazzo] da mia figlia Marina, me ne ha parlato come fa una figlia al padre.
Peccato che la figlia sia la Presidente di Mondadori, che Mondadori sia una casa editrice che possiede libri, giornali e riviste, e che il papi in questione sia il Presidente del Consiglio.
Come si chiamava, già? Ah, sì: conflitto di interessi.


27 ottobre 2009

Legalità per chi ce l'ha

Mi scuso con i miei lettori (quei pochi che ogni tanto si imbattono in questo blog, andrebbero maggiormente curati) per il lungo week-end, ma le cose di cui parlare sono state talmente tante, che ho avuto l'imbarazzo della scelta.
Ho deciso, e ciò di cui mi preme maggiormente scrivere è il caso Marrazzo.
Personalmente non mi interessa se lui vada a trans, a donne, a cavalli. Certo, preferirei non dover sapere, nel senso che le cose del suo letto mi rimangono indifferenti fin tanto che non le so.
Ciò che colpisce di tutta questa storia, però, è che il Presidente della regione Lazio fosse ricattabile, alla mercé non solo di alcune transessuali (che sembrerebbe avrebbero girato un video anche loro), ma anche di alcuni carabinieri corrotti. Questi ultimi sono la nota dolente di tutta la storia: com'è possibile che un uomo delle istituzioni, trovatosi davanti a un ricatto, non abbia sentito l'esigenza di denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine? E' accettabile che un uomo delle istituzioni non sia lui stesso il promotore della legalità?
Hanno torto i cittadini che, vedendo chi li guida, decidono di non rispettare le leggi, sottostando anche loro a ricatti, o facendosene loro stessi promotori?