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26 gennaio 2011

"Pari opportunità". Bisogna vedere a chi.

Carfagna: "Non giudico comportamenti non accertati". Da ministro delle pari opportunità potrebbe almeno chiedere che il governo versi le somme che Berlusconi ha dato alle ragazze ai disabili e indigenti.
E invece niente.


19 giugno 2010

Pappardella pidiellina (forse)

Ogni tanto qualche illuminato c'è, anche nel Pdl.
A fianco della proposta di legge della senatrice radicale Donatella Poretti, infatti, quest'anno anche Lucio Malan, senatore Pdl, ha presentato un emendamento alla finanziaria per legalizzare e tassare la prostituzione. A prescindere dalle eccessive considerazioni economiche relative alla proposta (si vuole "fare cassa, [...] si potrebbe arrivare a un gettito fiscale di un miliardo, un miliardo e mezzo di euro l`anno per un giro d`affari di 7 miliardi"), l'intenzione è buona. Proprio per questo, sappiamo già da ora che non farà strada.
Senza alcuna sorpresa, infatti, il ministro Carfagna dimostra di anteporre le sue convinzioni a quelle delle prostitute, che sarebbero le prime a voler pagare le tasse, e quindi a usufruire di contributi e prestazioni sanitarie. Ha detto:
Un`attività come quella della prostituzione che viene svolta sulla pelle delle donne non può essere certamente legalizzata, né lo Stato, nemmeno in un momento di crisi economica, può sostituirsi allo sfruttatore e lucrare sui loschi traffici delle organizzazioni criminali.
Ma veramente il ministro ritiene che la legalizzazione della prostituzione riguardi la tratta, e non le donne che lo fanno per libera scelta (poi si può disquisire su quanto questa scelta sia libera, ma non è di certo abbandonandole a se stesse che si risolve il quesito)?
Come per la droga, anche per la prostituzione vale lo stesso: lasciando i fenomeni nell'illegalità, non si fa altro che incrementare le casse della criminalità organizzata, e non viceversa, dando così una bella mano alla schiavitù.
Spero vivamente che la Carfagna ci volesse dare a bere una pappardella pidiellina, perché se così non fosse, c'è da credere che nei suoi due anni da ministro non abbia imparato un gran che.


16 giugno 2010

Era tutto uno scherzo

Mara Carfagna si dimette dall'incarico di Consigliere regionale della Campania, e decide di motivare la decisione sul suo blog:
La mia è stata una decisione sofferta, perché i napoletani che hanno voluto esprimere la loro preferenza per me, mi hanno chiesto di entrare a Palazzo Santa Lucia, sono stati davvero tanti, un numero superiore alle mie attese. [...] Questa decisione, la necessità di dover scegliere, mi è servita anche per avviare una riflessione più ampia sulla disciplina dei “doppi incarichi”. Su quanto gravano sull’impegno di una persona – se svolti al meglio, come ho creduto di fare io, partecipando in questi due mesi alle sedute del Consiglio regionale -, ma soprattutto sull’effetto “cappa” che creano sulle tante menti brillanti, giovani perlopiù, che aspirano a spendersi per la politica e trovano quei posti già occupati, magari da un parlamentare come me. I doppi incarichi sono un ostacolo al rinnovamento, allontanano le persone dalla politica.
Decisione nobile, quella del ministro Carfagna.
Ma una riflessione alla fonte, cioè sulla sua candidatura, che si è rivelata uno specchietto per le allodole, no eh?!
Gli elettori campani hanno potuto ammirare il viso del ministro che ha tapezzato i muri di Napoli durante la campagna elettorale, per poi sentirsi dire: ragazzi, scusate, era tutta una comparsata, giustamente ritorno a fare quello per cui mi avete "eletta" in precedenza (parlamentare) e che mi ha portata oggi a fare il Ministro!
Forse che il Ministro non pensa che atteggiamenti del genere "allontanino le persone dalla politica"?


23 aprile 2010

Roba da non credersi


Sorprende che il Ministro per le Pari Opportunità, davanti a un ragazzo che viene dal Marocco, che è da 12 anni in Italia, che parla con accento piemontese, che racconta che avendo scelto di studiare (ha già la triennale, ora sta prendendo la laurea specialistica) e quindi non producendo reddito, secondo la legge italiana non ha neppure i requisiti per richiedere la cittadinanza, risponda così:
Personalmente non ho mai visto un rappresentante delle forze dell'ordine sbattere in faccia i documenti a nessuno.
Ah no, Ministro? Cioè lei ci sta dicendo che un poliziotto con lei davanti non abbia mai abusato della divisa per far valere il proprio potere nei confronti dei più deboli?
Roba da non credersi.